LE CAUSE
Il motivo? La carenza di personale. Dagli uffici della Soprintendenza fanno sapere che per le attuali condizioni di risorse di custodi «la Curia può aprire soltanto per ospitare un evento espositivo. O su richiesta specifica da parte di studiosi, scolaresche, o gruppi speciali». In sostanza, non c’è un numero sufficiente di personale per tenere aperta a regime la leggendaria “Curia Senatus". Negli ultimi cinque anni circa si è’ vista per brevi periodi solo in occasione di mostre spot, col personale extra predisposto dalla società concessionaria della Soprintendenza per l’organizzazione delle mostre (in questo caso Electa). E l’ultima mostra risale, appunto, a un anno fa. Da allora, chi l’ha più vista la Curia? La chiusura del monumento scoperchia un problema pesante come un macigno. Quello del personale ridotto al lumicino. Numeri alla mano, su oltre 36 ettari di patrimonio millenario tra Foro e Palatino, sono in servizio tra i 15 e i 18 custodi al giorno (dalle 8,30 alle 19), quasi tutti sulla soglia della pensione.
Troppo pochi per far fronte alle migliaia di turisti (circa 15mila al giorno), ai casi di vandali che deturpano per il vezzo di portarsi a casa un souvenir, alle guide turistiche abusive che scortano i gruppi adescati dai bagarini salta-fila.
Il problema si trascina da tempo. L’ex direttore del Foro romano, Roberto Egidi, aveva invocato quattro anni fa, come soluzione estrema, l’intervento dell’Esercito per monitorare in sicurezza l’area archeologica che soffre la penuria di custodi. In questo periodo di alta stagione turistica, per garantire i cancelli aperti di Foro e Palatino si sta ricorrendo al palliativo del personale esterno di società private (pagato 3 euro l’ora). «Che, però, non ha una preparazione sul patrimonio», commentano i custodi.
Tra le guide turistiche professioniste commentano con un pizzico di amarezza: «Se aprono da una parte, chiudono da un’altra, sempre per via dei custodi: se hanno chiuso da mesi ormai la Curia, a marzo scorso avevano aperto il Tempio di Romolo per la mostra sulla Fonte di Giuturna. Ma il bello è che in questi giorni è chiuso pure quello, anche se la mostra doveva rimanere aperta fino al 20 settembre». Già, pure il Tempio di Romolo è off limits anticipatamente per lavori alla pavimentazione, si legge sul sito web della Soprintendenza.
Dall’entourage del Soprintendente Francesco Prosperetti ammettono che la carenza dei custodi è ormai un problema endemico di tutti i siti statali, dal Foro romano al Colosseo, a Pompei, agli Uffizi. Ma per la Curia serrata Prosperetti prova a dare anche una spiegazione più articolata. «La Curia rimane chiusa perché non possiamo fare mostre in questo momento visto che l’area antistante è interessata da scavi archeologici. Quindi in questa fase si è deciso di fare piccoli interventi di manutenzione in modo tale che, una volta chiuso e smontato lo scavo, la Curia possa diventare di nuovo fruibile non solo con mostre».
LA SOLUZIONE ALTERNATIVA
E sì che di lavori alla Curia già se ne parlava nel giugno del 2013 quando (con la Curia chiusa) la Soprintendenza del Mibact faceva sapere che il sito era inaccessibile per restauro. Certo, nella primavera del 2013 al Foro romano venivano inaugurati i nuovi percorsi per disabili, con un progetto ad hoc anche per la Curia che prevedeva un accesso sulla facciata posteriore. E chissà che non possa essere una soluzione alternativa a fronte del cantiere antistante la Curia. Insomma, quando si vedrà la Curia? Date precise non ce ne sono. Si azzarda il 2016. Tanto fasto per nulla.
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