Città del Vaticano - C'è chi dice che è un teologo geniale, moderno e coraggioso. Chi, invece, mette in guardia il Papa: «Sarebbe disastroso per la Chiesa». Sembra che non ci siano mezze misure nel valutare il candidato numero uno dell'ex Sant'Uffizio, il giovane vescovo tedesco di Hildesheim, Heiner Wilmer.
L'ultimo cardinale in ordine temporale che si sarebbe mosso dietro le quinte con grande sollecitudine e cautela per fare presente a Papa Francesco che in quel ruolo cruciale - a capo del Dicastero per la dottrina della fede - ci vorrebbe forse una figura di garanzia è stato il decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re.
Da più parti sembra sia stato suggerito come criterio di scelta per il futuro prefetto la ricerca di lunga e provata esperienza teologica, la capacità di saper coltivare il dialogo e nello stesso tempo di evitare strappi dottrinali traumatici. I timori che serpeggiano in diversi ambienti ultrà hanno persino portato a pubblicare sul web una lettera che implora il Pontefice a scartare il nome del giovane e talentuoso vescovo tedesco, annoverato tra i più appassionati sostenitori di riforme che andrebbero a cozzare inevitabilmente con la dottrina della Chiesa, causando ulteriori smottamenti e lacerazioni interne.
Da oltre un mese il fronte conservatore è in fibrillazione dopo che è iniziato a prendere quota l'ipotesi che Francesco abbia pronta la promozione per Heiner Wilmer, tra i più progressisti di un episcopato dominato dai progressisti. Il teologo Eugen Drewermann - già sospeso a divinis dal Vaticano per le sue tesi, fino alla sua fuoriuscita dalla Chiesa – lo considera un autentico outsider, oltre che il suo delfino prediletto.
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Da cinque anni a capo della diocesi di Hildesheim, Wilmer, 61 anni, religioso dehoniano ed ex superiore generale dei sacerdoti del Sacro Cuore ha però in più frangenti dimostrato grande coraggio. Per esempio, quando all'apice della epidemia di Covid e delle restrizioni governative che impedivano la frequentazione delle chiese in Germania, non ha esitato a scagliarsi contro il "divieto di assembramento". Ha anche criticato aspramente l'impostazione vaticana orientata a tutelare il sistema, ha affermato in diverse occasioni che gli abusi di potere sono nel Dna della Chiesa, è un fermo sostenitore della causa ambientalista e green. In una intervista ha persino espresso ammirazione per il lavoro di Roberto Saviano sul fronte della lotta alla criminalità organizzata.
Certamente le sue impostazioni aperturiste sul sacerdozio femminile o sulla abolizione del celibato non fanno dormire sonni tranquilli a quella ampia e vasta fetta di Chiesa decisamente più tradizionalista che vorrebbe a capo dell'ex Sant'Uffizio un teologo meno radicale e più dialogante. Le preoccupazioni sono arrivate al punto da far scrivere alle frange più conservatrici una lettera diffusa via web. Il sito www.Messainlatino.it ha inviato un appello al Papa e ai cardinali del collegio cardinalizio esprimendo timori per la candidatura di Wilmer. «Sarebbe semplicemente disastroso. VI scriviamo con il cuore in mano affinchè sia evitata una tale sciagura alla Chiesa».