​Isabella Rossellini: «Talento, indipendenza e credibilità: vi racconto mia madre Ingrid»

​Isabella Rossellini: «Talento, indipendenza e credibilità: vi racconto mia madre Ingrid»
di Gloria Satta
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Domenica 17 Maggio 2015, 22:32 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 21:04
Elettra Wiedemann Rossellini, figlia di Isabella e nipote di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, abbraccia Brando De Sica, figlio di Christian e nipote di Vittorio. Rappresentano la terza generazione dei giganti del cinema: l’incontro avviene al Martinez al pranzo offerto da Chopard con Grazia per il lancio dei gioielli ispirati alla Palma d’oro e realizzati in oro “etico” (estratto cioè nel rispetto dell’ambiente e del lavoro umano). E avviene sotto gli occhi di mamma Isabella, 63 anni e il proverbiale charme, che a Cannes presiede la giuria del Certain Regard e domani assisterà alla proiezione del toccante documentario Ingrid Bergman in her own words (in Italia verrà distribuito da Cinema di Valerio De Paolis) diretto da Stig Björkman e realizzato grazie allo sterminato materiale personale (lettere, foto, filmati, documenti), collezionato dalla stessa attrice svedese di cui il Festival celebra il centenario.



È proprio sulla Croisette che Isabella annuncia il reading-omaggio a Ingrid scritto da Guido Torlonia e Ludovica Damiani e sostenuto dallo stesso Festival, basato sulle lettere dell’attrice. Verrà rappresentato a Londra con Jeremy Irons, a Parigi con Fanny Ardant. E in Italia, scenario dell’amore tra la diva e il regista di Paisà.



Quando e dove andrà in scena?

«A Roma a ottobre e con me ci sarà Christian De Sica, un amico d’infanzia che conosceva bene mia madre».

Cosa, secondo lei, Ingrid ha dato al cinema?

«Il suo talento, la sua credibilità e la sua indipendenza».

Dove avete trovato il materiale che vediamo nel documentario?

«È stata mia madre a raccoglierlo, consapevole che dopo la sua morte (avvenuta nel 1982, ndr) avrebbe alimentato musei e archivi. Era umile, ma sapeva di valere molto come attrice. Io ho avuto la fortuna in passato di essere sposata con Martin Scorsese che, da promotore della memoria, mi ha spinto a conservare tutto».

Nel film c’è anche la famosa lettera che Ingrid scrisse nel 1948 a Rossellini, offrendosi di lavorare con lui...

«Quella lettera, che si concludeva con le parole “ti amo”, è stata mitizzata. In realtà, mia madre si proponeva come attrice. Nel ’76 scrisse anche a Ingmar Bergman offrendosi di girare con lui».

Cosa ha imparato dai suoi famosi genitori?

«Da papà l’indipendenza intellettuale, da mamma la capacità di esprimersi in contesti culturali (parlava 5 lingue) e cinematografici diversi».

Cosa pensa di aver ereditato da Ingrid?

«Il senso dell’ordine e dell’organizzazione». Non ha la sua stessa passione per la recitazione?

«Non quanto mia madre. Lei aveva la vocazione, non avrebbe potuto fare altro. Io recito, dirigo, faccio teatro».

Quando sua madre lasciò il primo marito svedese per Rossellini, lo scandalo fu enorme. Ne parlavate mai?

«Non molto, ma so che Mamma era stata molto ferita dalla reazione del mondo alla sua scelta d’amore». Dov’è stata scattata la foto di Ingrid che appare sul manifesto del Festival?

«A Santa Marinella, dove ho vissuto da bambina con lei, papà e i miei fratelli Roberto e Isotta».
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