«Dante, genio moderno»

«Dante, genio moderno»
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Sabato 8 Novembre 2014, 06:09
L'INTERVISTA
La Comedia di Dante con figure dipinte è uno straordinario esemplare dell'incunabolo veneziano della Commedia con il commento di Cristoforo Landino pubblicato nel 1491 da Pietro Piasi Cremonese, dal 1927 di proprietà della Casa di Dante in Roma. Si tratta di uno dei documenti più importanti della tradizione del Dante illustrato, che ora la Salerno Editrice, per il 750° anniversario della nascita del poeta (1265), che precede di sei anni il 700° dalla morte (1321), nel centenario della Casa di Dante in Roma (1914), realizza in un facsimile di 499 copie numerate, più quarantanove contrassegnate da numeri romani. L'opera sarà presentata questa mattina alla Casa di Dante dal Cardinale Gianfranco Ravasi, con Pasquale Stoppelli, Eugenio Ragni ed Enrico Malato, anima e cuore della Nuova Edizione commentata delle Opere di Dante (otto volumi in quindici tomi con il testo riveduto alla luce delle più avanzate acquisizioni di filologia dantesca, corredato da un nuovo commento), in corso presso la stessa editrice Salerno, che pubblica anche l'Edizione Nazionale dei Commenti Danteschi.
Professor Malato questa Commedia con figure dipinte è uno degli esemplari più importanti del Dante illustrato. Perché?
«Difficile descrivere in due parole la qualità straordinaria di questo manufatto. Basti dire che delle 650 pagine di cui è costituito, ne esibisce più di 400 con figure di straordinaria efficacia, per addirittura qualche migliaio di immagini. Marcella Roddewig, la più grande esperta di manoscritti danteschi, l'ha definito uno degli incunaboli più preziosi e più belli e le miniature che lo arricchiscono il più completo commento figurato alla Commedia esistente al mondo».
Questa nuova edizione è anch'essa una sfida alla fuga verso la virtualità, baluardo di fedeltà alla consistenza fisica dei testi, in questo caso alla tradizione del Dante dipinto?
«Questa edizione in facsimile è una grande operazione culturale, grazie alla quale un prodotto storico strepitoso, praticamente sconosciuto, perché conservato in cassaforte e sottratto alla comune circolazione, è reso accessibile agli studiosi e agli amatori di tutto il mondo.  Un documento superlativo della “fortuna” di Dante in età umanistica. Poi è un piacere degli occhi. E insieme un contributo eccezionale alla storia dell'interpretazione della Commedia nei secoli, ancora oggi aperta ad approfondimenti sorprendenti, talvolta imprevedibili, spesso sconcertanti».
Anche se Dante è tanto distante da noi, il suo poema sembra scritto per la posterità. Come si spiega la sua intramontabile attualità?
«Illustri critici, italiani e stranieri, hanno parlato di “miracolo” o “prodigio” dantesco: tale non solo per l'altezza vertiginosa della sua poesia, senza uguale in qualsiasi letteratura di ogni tempo, ma per una popolarità che non tramonta, dell'opera e del Poeta, e addirittura cresce nel tempo: al punto che Dante è diventato protagonista di romanzi popolari che trovano, tradotti in decine di lingue, milioni di lettori in tutto il mondo. Ciò che è tanto più sorprendente in quanto, uomo del Medioevo, il Poeta della Commedia propone una tematica e una problematica tipiche del suo tempo, cioè di un'età lontanissima dalla nostra, nella quale è difficile riconoscersi. Ma evidentemente egli riesce a farlo usando toni, immagini, modi di porsi che toccano le corde più percettive dell'animo umano, per cui in ogni tempo, dal primo '300 alle soglie del terzo millennio, lettori i più diversi, i più lontani fra loro, per cultura come per sensibilità individuale, riescono a ritrovare non soltanto motivi di interesse, ma suggestioni profonde e coincidenze emozionali che ravvivano e rinnovano continuamente questo interesse».
Ci prepariamo a ricordare il settimo centenario della morte: c'è un Dante del nuovo Millennio?
«Siamo nell'imminenza del 750° annuale della nascita di Dante, che precede di sei anni il 700° della morte. Nato nel 1265 (sotto la costellazione dei Gemelli: fra il 13 maggio e il 14 giugno), morto nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321, gli anniversari cadranno fra metà maggio e metà giugno 2015 e a metà settembre 2021. Sono cadenze di grande rilievo storico, perché legate al numero sette, che fu particolarmente significativo per Dante; perché ravvicinate, quella di metà secolo, per la nascita, con quella del secolo compiuto, per la morte; perché siamo agli inizi del terzo millennio, nell'età della globalizzazione, in cui tutto pare destinato a livellarsi, e sembra invece importante marcare il perdurante collegamento con quel Poeta che in qualche modo riassume ed esprime la nostra identità storica. La Commedia rappresenta la più alta sintesi del Medioevo, nel quale affondano le radici della nostra cultura, direi della nostra civiltà occidentale. Ricordare Dante e l'opera sua vuol dire tener vive quelle radici, a salvaguardia della nostra identità».
Renato Minore