Nato, l'accordo per la marina Ucraina: dalle navi cacciamine (per sminare il Mar Nero) ai progressi in mare di Kiev, cosa sappiamo

Gran Bretagna e Norvegia guideranno la coalizione che porterà alla nascita di una vera flotta: «Aiuterà Zelensky a respingere la Russia e a rimettere in moto il commercio via mare»

Nato, l'accordo per la marina Ucraina: dalle navi cacciamine (per "sminare" il Mar Nero) ai progressi in mare di Kiev
di Gianluca Cordella
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Martedì 12 Dicembre 2023, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:35

Ufficialmente si chiama “Maritime Capability Coalition”. L’ultimo passo in ordine di tempo dell’Occidente per sostenere Zelensky è un accordo sottoscritto dalle forze armate della Nato e guidato da Gran Bretagna e Norvegia che punta alla nascita di una vera e propria Marina ucraina. Un passaggio doppiamente importante perché permetterebbe a Kiev, da un lato, di disimpegnarsi meglio nella lotto contro la flotta russa e, dall’altro, di rimettere in moto il commercio via mare, aggirando i blocchi delle navi di Mosca.

Concretamente, ha spiegato il ministro della Difesa britannico Grant Shapps, la coalizione «segna l'inizio di un nuovo impegno da parte del Regno Unito, della Norvegia e dei nostri alleati per rafforzare le capacità marittime dell'Ucraina a lungo termine, migliorando la loro capacità di operare nella difesa delle loro acque sovrane e rafforzando la sicurezza nel Mar Nero». Per farlo la Royal Navy britannica invierà nel Mar Nero due navi cacciamine, 20 veicoli corazzati anfibi e 23 mezzi da incursione. Parallelamente si lavorerà per addestrare al meglio il Corpo dei Marines ucraini e per rafforzare la difesa delle vie navigabili costiere e interne.

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L’accordo sul grano

Importante sarà soprattutto il ruolo dei cacciamine. Dopo la rottura dell’accordo sul grano da parte del Cremlino - era il luglio scorso - Mosca ha disseminato mine nei fondali del Mar Nero, motivando la mossa con la considerazione che anche le navi mercantili ucraine possono essere considerate potenziali vettori per attacchi militari. Ma la mossa, in realtà, aveva più che altro lo scopo di strozzare l’export ucraino, mettendo ulteriormente in ginocchio l’economia già devastata di un paese in guerra da ormai quasi due anni. La Russia, allo stesso scopo, ha poi rafforzato gli attacchi contro i porti e le città costiere strategiche. Ma l’Ucraina, pur non disponendo di una flotta di pari livello, è riuscita a difendersi bene. Al punto da considerare quella via mare la vera vittoria ottenuta sin qui da Kiev nel corso del conflitto, visto anche lo stagnare della controffensiva via terra.

Utilizzando i droni e i missili a lunga gittata forniti dagli alleati occidentali, le truppe di Zelensky sono riuscite a infliggere danni seri alla flotta di Putin e a ricacciarla indietro, molto lontano dalle coste ucraine. Danneggiati seriamente anche i cantieri navali, i magazzini e i centri di comando russi nella penisola di Crimea, occupata da Mosca. E anche se fonti statunitensi raccontano di un corridoio via mare che ha permesso a Kiev di far partire già almeno 200 navi cariche di beni di vario tipo, è indubbio che uno sminamento del Mar Nero darebbe un ulteriore impulso alla ripresa dell’economia. «Dobbiamo aiutare l'Ucraina ad aprire rotte commerciali e garantire il libero passaggio nel Mar Nero -  ha spiegato il ministro della Difesa norvegese Bjørn Arild Gram - Il nostro obiettivo è rafforzare la difesa navale dell'Ucraina e migliorare la sua capacità di operare lungo le proprie coste».

Zelensky ha avuto parole di elogio e di ringraziamento: «Manterremo il terrore russo lontano dalla regione e garantiremo che le esportazioni alimentari ucraine continuino a contribuire alla sicurezza alimentare globale».

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