Il guardaroba perfetto è composto da (soli) 33 pezzi. E il decluttering fa tendenza

Il guardaroba di tendenza? È minimal: svuotare l'armadio è il nuovo trend (sostenibile)
di Costanza Ignazzi
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Martedì 27 Ottobre 2020, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 14:56

In principio fu Marie Kondo. Poi virus, lockdown e smart working hanno portato un po' tutti a ripensare il proprio armadio in termini minimal. Sbarazzarsi del superfluo è la nuova parola d'ordine: un guardaroba pieno di vestiti e nulla da mettere? Roba superata. In effetti, a forza di sognare la cabina armadio di Carrie Bradshaw tutti quei vestiti da soirée acquistati lo scorso marzo sono rimasti con il cartellino, mentre dal cambio di stagione spuntavano imperterriti i soliti maglioncini che ci eravamo dimenticate di avere.

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Complice la tendenza minimal che già spadroneggiava prima del lockdown, il guardaroba perfetto del 2020 è “capsule”, ossia composto da pochi pezzi (ma buoni), non ingombra ed è molto attento alla sostenibilità: serve davvero ripetere quanto è difficile il riciclo dei tessuti? Così sono tornate prepotentemente d'attualità le guru dell'armadio ristretto nonché le strategie per studiare abbinamenti degni con pochi, pochissimi pezzi singoli.

Guardaroba "capsule": i metodi

Daria Andronescu, che sa di cosa parla in quanto ex personal shopper, ha fondato il corso online Wonder Wardrobe il quale conta attualmente migliaia di adepti: la promessa è un guardaroba sostenibile e versatile che non solo non ci faccia rimpiangere quel famoso armadio pieno di vestiti ma integri colori e forme che ci valorizzino appieno.

 

E tenetevi forte perché c'è chi si spinge ancora oltre: Courtney Carver, creatrice di Project 333 dopo la diagnosi di sclerosi multipla del 2006. Per lei, che sull'argomento ha scritto anche un libro, il decluttering significa “creare spazio per essere consapevole della propria vita e godere di ciò che è realmente importante” per ognuno di noi. Il progetto, diventato anche una sfida virale, consiste nel ridurre il guardaroba a soli 33 capi per tre mesi; ecco spiegate tutte quelle foto di piccole relle con una decina di vestiti che hanno invaso il vostro feed negli ultimi tempi.

Non si bara: i 33 capi comprendono anche scarpe, borse, gioielli e accessori vari, solo intimo e pigiama esclusi. The Minimalist Wardrobe, account da 228mila follower, promette intanto di aiutare le persone a semplificare i propri armadi per ottenere una vita migliore al grido motivazionale di “Possiedi meno, fai di più”, oppure “La qualità spesso costa meno della quantità”.

Le influencer

Il trucco per aderire? Puntare su colori neutri e forme passepartout. Chiedendo in giro c'è chi non saprebbe proprio rinunciare alle decolletés colorate, chi ai vestiti a fiori, mentre qualcun altro riempirebbe l'armadio di fantasie animalier. Tutto sbagliato se diamo un occhio alle influencer che lo stile minimal lo hanno adottato veramente: Caroline Joy, una delle capostipiti del "movimento", sfoggia quotidianamente i suoi look sui toni del nero, bianco e marrone, tra pantaloni dalle linee fluide, maxisciarpe e maglioni avvolgenti. Il suo blog Unfancy, nato nel 2014, consisteva nel tentativo di vivere con soli 37 capi per un intero anno. Oggi non si limita più (d'altra parte per essere popolari su Instagram bisognerà pur cambiarsi, no?) ma tenta comunque di mantenere un approccio sostenibile. E non è nemmeno un caso se durante il lockdown dello scorso marzo tra i personaggi social più in crescita c'è stata l'italiana Giulia Torelli, in arte Rockandfiocc, che oltre all'influencer fa la closet organizer e spesso condivide info e foto dei decluttering con le sue clienti. Ricordiamo a chi non si fosse ancora convinta che svuotare l'armadio ha anche una funzione catartica e liberatoria, come ci ha spiegato la psicologa Giovanna Molotzu. Con i tempi che corrono, forse è il momento di cimentarsi.

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