L’ipotesi opa si rafforza: «Telco orienta le assemblee»

di Osvaldo De Paolini
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Ottobre 2013, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 09:49
ROMA - Su tutto ha prevalso la prospettiva, ribadita durante l'audizione in Senato dal presidente Franco Bernab, di un congruo aumento di capitale (4-5 miliardi) da realizzare in breve tempo.

Sicchè ieri in Piazza Affari il titolo Telecom ha lasciato sul campo il 4,6% (a 0,572 euro) dopo essere stato sospeso almeno una volta per eccesso di ribasso. Ma il tema centrale attorno al quale si leverà il dibattito nelle prossime ore è quello lanciato dal Messaggero: può configurarsi partecipazione di controllo il 22,2% di Telecom acquisito da Telefonica con Telco, pur essendo al di sotto della soglia che la legge fissa al 30%? La prima risposta ufficiale è giunta ieri proprio da Bernabè che, nell'illustrare i rapporti con l'azionista iberico, ha avvertito che «il mutamento dell'assetto azionario di Telco e il nuovo ruolo di Telefonica non potranno non riflettersi» in maniera negativa sul futuro della stessa Telecom.



Infatti, ha spiegato Bernabè, per prendere qualunque decisione di grande rilievo, per esempio in tema di investimenti infrastrutturali, «ci vuole un totale allineamento tra il management, il cda e la struttura degli azionisti: questa struttura però è resa complicata dalla presenza di Telco, che ha una minoranza di blocco in assemblea». Per queste decisioni, infatti, «serve una maggioranza dei due terzi e poichè in genere all'assemblea si presenta il 50% del capitale, ecco che le quote in possesso di Telco determinano una maggioranza rilevante, quindi se una proposta non è condivisa da Telco non passa».



Che la questione sia di interesse alto è stato confermato poco dopo, quando il presidente della Commissione industria del Senato, Massimo Mucchetti, ha chiesto di accertare con urgenza la fondatezza delle dichiarazioni di Bernabè al fine di modificare la legge sull'opa e quindi applicarla al caso Telefonica. «E' una vendita fatta all'oscuro di tutti e alle spalle del mercato - ha detto Mucchetti - Telecom è un'azienda sana, strategica, con qualche problema di debito e se è vero che il mercato è pronto a sottoscrivere l'aumento di capitale, come ha assicurato Bernabè, perchè svendere? L'opa è un passo obbligato, cambiamo subito la legge, bastano dieci righe».



L'INVITO A LETTA

Poco prima anche il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, si era schierato per la soluzione dell'opa totalitaria a 1,09 euro per azione (lo stesso prezzo offerto da Telefonica ai partner di Telco). «E' la soluzione migliore, tutto deve avvenire in trasparenza per non recare danno ai piccoli azionisti». Gli ha fatto eco il responsabile economico del Pd, Matteo Colaninno, secondo il quale «non vi è preclusione al fatto che Telefonica investa in asset italiani, ma lo deve fare con garanzie su occupazione e politica industriale, tutelando la pluralità dei soci attraverso un'opa». Intanto procede il lavoro di verifica avviato dalla Consob, il cui presidente Giuseppe Vegas ieri ha riunito i commissari per fare un primo punto sulla vicenda e fissare un calendario di audizioni: è però sempre più forte la sensazione che questa volta il trasferimento del controllo di Telecom avverrà nel rispetto delle minoranze. In ogni caso, già oggi Vegas è chiamato a riferire in Senato mentre si preparano le audizioni del ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e del viceministro allo Sviluppo, Antonio Catricalà. Per venerdì è già in calendario una nuova audizione di Bernabè mentre non si esclude l'invito del premier Enrico Letta, al quale «abbiamo molte domande da fare», ha commentato il senatore Altero Matteoli. E Telefonica? Quale reazione avrà qualora la Consob decretasse l'opa totalitaria? Difficile dire. L'irritazione che si respira a Madrid per il muro eretto dalla politica italiana è comunque forte. Nessuno si sbilancia, ma cresce la sensazione che di fronte a un esborso potenziale non inferiore a 18 miliardi (tanto costerebbe assicurarsi il 100% di Telecom Italia) per imbarcare altri 37 miliardi di debito, oltre ai 67 che già pesano sul suo bilancio, Telefonica potrebbe fare retromarcia.