Non è mai troppo tardi. Lina Caruso, 80 anni compiuti a maggio scorso, si è scoperta all'improvviso amante della pittura tanto da allestire la sua prima mostra personale nella sua Isola del Liri, per poi bissarla nel palazzo della Provincia a Frosinone. Non si tratta di reminiscenze giovanili. Tele e pennelli non hanno mai fatto parte dei suoi pensieri, è stato il lockdown ad illuminarla. Non ha subìto alcuna influenza neanche da suo nipote Luigi, artista affermato che dipinge da sempre, soprattutto scorci della nostra terra. La sua è stata una vera e propria folgorazione: «Nel primo lockdown - racconta l'ex professoressa di lingue, vedova dal 2016 dopo la dipartita del suo amato Vinicio - la giornata da sola in casa era monotona. Sono una divoratrice di libri, ma li avevo già letti e riletti quelli della mia libreria, avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Non avevo, in verità, mai pensato di dipingere, però la curiosità di avere l'occorrente per farlo mi piaceva. Così quando ho potuto sono andata a comprare cavalletto, pennelli, tele, colori ad olio e acrilici, spatole, non ho tralasciato nulla ed ho allestito il mio studio nella cucina. Non dico che fosse diventata un'ossessione: quando spesso mi ritrovavo la luce del sole che filtrava dalle tapparelle, si era fatto giorno ed io avevo passato tutta la notte a dipingere senza rendermene conto». Lina è la terzogenita di tre figli della famiglia Caruso, approdata ad Isola del Liri, dall'Irpinia, dalla piccola città di Andretta. Lei aveva 7 anni. «Quando siamo arrivati ad Isola del Liri eravamo tutti spaventati, io e i miei fratelli. Avevamo lasciato tutti gli amici in Irpinia, questa era una terra nuova, chissà come ci avrebbero accolto. Con il passare dei giorni ci accorgemmo che la nostra nuova comunità era straordinaria, ci sentivamo amati, Isola del Liri ci aveva conquistato».
Ad Isola papà Luigi apre nel dopoguerra la prima lavanderia in città.