Bernardo Mattei, dai treni a vapore a quelli elettrici: il capostazione compie 102 anni dopo aver sconfitto anche il Covid

Il signore Mattei di Isola Liri: nel 1976 il presidente della Repubblica Giovanni Leone lo insignì del titolo di cavaliere del lavoro

Bernardo Mattei, dai treni a vapore a quelli elettrici: il capostazione compie 102 anni dopo aver sconfitto anche il Covid
di Gianpiero Pizzuti
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Lunedì 12 Giugno 2023, 15:58

Dai treni a vapore a quelli elettrici, un secolo di storia negli occhi dell’ultimo capo stazione di Isola del Liri. Siamo tornati a trovare Bernardo Mattei, che a novembre compirà 102 anni. Invidiabile il suo stato di salute. Saliamo dopo quasi 2 anni all’interno del suo appartamento in zona San Carlo, al terzo piano di una palazzina senza ascensore, l’arzillo Bernardo, è lucido, attento ad ogni cosa. Ci sorride ma non ricorda i dettagli, ma gli occhi si illuminano quando sua figlia gli racconta le vicende legate alla sua vita da ferroviere.

Negli anni della pandemia nonostante fosse rimasto in casa il virus non lo ha risparmiato: «Papà ha preso il Covid quando aveva già compiuto 101 anni – racconta sua figlia – ha lottato come un leone ed eccolo qua con il suo sorriso stampato in volto. E’ molto affaticato ogni giorno che passa per lui è una conquista».

Nato ad Arce nel 1921, si è trasferito ai piedi della cascata oltre 60 anni fa e non è più andato via. La sua storia passa attraverso il secondo conflitto mondiale, quando Bernardo parte con i suoi compagni di leva per l’Albania. E’ un aviere e le sue giornate non sono cruente come al fronte, ma lo scenario cambia dopo l’armistizio dell’8 settembre. E’ caccia ai soldati italiani da parte dei tedeschi.

Bernardo nel fuggi fuggi generale con alcuni dei suoi compagni riesce a rientrare in Italia. La strada per raggiungere casa è ancora lontana: «Ho camminato per quattro mesi – ci aveva raccontato – se non ricordo male prima di arrivare ad Arce da mamma. Sono tornato a piedi, non sulla strada, ma tra i boschi era pericoloso stare allo scoperto, camminavamo di notte per paura delle pattuglie tedesche».

Ad Arce la sua Antonia Conte lo aspettava, la sposerà appena terminata la guerra.

I due si uniranno per la vita nel 1945 (lei morirà nel 2005 dopo 60 anni vissuti fianco a fianco) e dalla loro unione nasceranno 4 figli, due maschi, Tommaso ed Angelo, e due femmine, Giuseppina ed Elvira. La sua storia da ferroviere inizia proprio nel 1945, entra come assuntore (aiuto capostazione) a Mole del Mignone, una stazione ferroviaria nell’alto Viterbese tra Orte e Civitavecchia. Non c’è nulla in quell’avamposto, ne acqua, ne luce, è aperta campagna, è solo il punto finale dove i pastori della transumanza maremmani arrivano per far salire e scendere i loro animali dalle “tradotte”, così venivano chiamate le carrozze un tempo. E’ novello sposo e i due anni che trascorre in mezzo alla natura fortificano la sua unione con Antonia. Nel 1947 viene trasferito in Abruzzo a Civitella Roveto, il giovanotto ha fatto carriera ora è capostazione. I treni si fermano tutti li, la linea Capistrello-Avezzano verrà collegata solo 11 anni più tardi nel 1958.

Nel 1961 il suo ultimo trasferimento, arriva ad Isola del Liri dove andrà in pensione a metà degli anni ’80: «Non esisteva Natale, Pasqua, altre festività – raccontano le figlie – papà viveva solo per la stazione. Nel 1976 il presidente della Repubblica Giovanni Leone lo insignì del titolo di cavaliere del lavoro e ogni anno vinceva i premi relativi ai giardini più belli all’interno delle stazioni. Lui ci teneva molto, erano sempre in ordine e pieni di fiori. Tradizione che poi si è persa». Il palazzo dove ora vive Bernardo si affaccia sulla stazione di Isola del Liri, un cordone ombelicale mai reciso.

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