Andrea Pennacchi (alias il Pojana di “Propaganda live”) venerdì 25, ore 21, al Teatro dell’Unione. Veronica Pivetti al Teatro “Lea Padovani” di Montalto di Castro, domenica 27, ore 18. Sempre domenica, ma a Caprarola, al Teatro “don Paolo Stefani”, ore 18, Tiziana Foschi con Antonio Pisu. Questi i mattatori del fine settimana nei teatri della Tuscia.
Pennacchi presenta “Pojana e i suoi fratelli”, musiche dal vivo di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato. I fratelli maggiori di Franco Ford detto il Pojana? Edo il security, Tonon il derattizzatore, Alvise il nero e altri: tutti impegnati a raccontare storie con un po’ di verità e un po’ di falsità mescolate, per guardarsi allo specchio.
Sulla costa, a Montalto di Castro, arriva lo spettacolo “Stanno sparando sulla nostra canzone” che impegna Veronica Pivetti, Cristian Ruiz, Brian Boccuni in una black story musicale di Giovanna Gra, musiche Alessandro Nidi, regia di Gra&Mramor e Alessandro Marverti. Sinossi: siamo in America, nei mitici anni venti. Anni d’oro e ruggenti. I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di spagnola è un lontano ricordo. In ogni pentola, o quasi, frigge quel che passa il convento, ma anche una bella manciata di futuro fresco e incontaminato.
L’età è quella del pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati.
A Caprarola, Tiziana Foschi con Antonio Pisu, rispettivamente autrice e regista, propongono “Faccia un’altra faccia”. Sul palco i due attori si misurano con l’antico gioco della parodia: trasformare persone in personaggi e situazioni quotidiane in ciò che vale la pena di raccontare. «Partendo da storie di uomini e di donne – sottolinea l’attrice – che sono sempre state il bersaglio della mia curiosità e il trasformismo l’abito ideale alla mia timidezza. Persone, tipologie umane che ho visto passare (ma anche restare) in molti anni di questo mestiere. Facce che in scena si amplificano, diventano grottesche pur di strappare una risata, e in platea ognuno riconosce il vicino di casa, il giornalaio, il collega di ufficio, la suocera, ma mai se stesso».