Povertà in aumento, crescono le richieste per la spesa all'Emporio solidale

Povertà in aumento, crescono le richieste per la spesa all'Emporio solidale
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 27 Aprile 2023, 10:55

Povertà, l’Emporio solidale I Care di Santa Barbara lancia l’allarme: «la curva è tornata a salire». A spiegare il peggioramento di una situazione difficile su Viterbo città è il presidente Domenico Arruzzolo che parla di «fine del tunnel ancora lontana».

Gli aumenti di inflazione, bollette, affitti e, soprattutto, quello dei generi alimentari schizzati alle stelle hanno deteriorato la condizione di centinaia di famiglie al punto che, aggiunge Arruzzolo: «oggi stiamo peggio di quanto non accadesse un anno fa. Sapevamo della difficoltà e non ci illudevamo troppo di un miglioramento, ma nessuno di noi pensava di dover affrontare un’altra ondata».

Confrontando i dati del primo quadrimestre del 2023 con quelli dello stesso periodo di un anno fa Arruzzolo evidenzia come: «Nel periodo gennaio – aprile 2022 avevamo ricevuto 85 nuove richieste di accesso all’Emprio, nel primo quadrimestre del 2023 97. Numeri che sembrano piccoli ma che denunciano un disagio crescente». Una crescita del 15%, arrivata all’improvviso, dopo un periodo di calma apparente: «nel quadro complesso, e di generale difficoltà, degli ultimi mesi dello scorso anno avevamo infatti assistito un rallentamento delle curva: chi era nel bisogno non riusciva ad uscire dalla necessità ma, allo stesso tempo, l’Emporio non aveva ricevuto nuove richieste».

A bussare alla porta dell’emporio «sono, in questo momento, in maggioranza stranieri provenienti dall’Africa: Ghana, Senegal, Nigeria.

Stiamo cercando di dare risposte a tutti, secondo le nostre possibilità». Possibilità che, al pari delle difficoltà delle famiglie, non sempre sono sufficienti. «Credo che la questione povertà vada affrontata in maniera più seria – continua Arruzzolo -, serve concertazione, sinergia, capire come e dove intervenire: l’assistenzialismo è una medicina ma non la cura».

A dimostrazione delle falle che il sistema presenta il presidente dell’Emporio snocciola un semplice dato legato a chi, a un anno dalla sospensione della tessera dell’Emporio (la durata è di 12 mesi, l’obiettivo è quello di permettere ad un più alto numero di persone di usufruire del servizio di assistenza) si rivolge alla struttura: «Per il 60% si tratta delle stesse persone – spiega Arruzzolo -. Padri e madri di famiglia, spesso con minori a carico, che tornano a chiedere aiuto. Cosa significa tutto questo? Che non esiste una struttura organizzata in modo tale da permettere alle famiglie di essere autosufficienti».

Lavoro che manca e, anche, lavoro che rifiuta; una parte dei richiedenti aiuto appartiene infatti alla fascia 45-50: «Persone che i datori di lavoro sono portati ad escludere per un discorso anagrafico. I problemi, certo, non si esauriscono qui. Questo è uno dei tanti, importante però è cercare di dare una risposta, e spesso una speranza, ad una platea di famiglie sempre maggiore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA