Emergenza povertà, fuori dall’Emporio solidale I care di Santa Barbara c’è la fila. «A gennaio abbiamo ricevuto il doppio delle domande rispetto a dicembre – spiega il presidente Domenico Arruzzolo -. Arriviamo dove possiamo, ma gestire questa situazione inizia ad essere difficile». Quello appena concluso è stato infatti l’anno peggiore per l’emporio dalla sua apertura nel 2018 al punto, spiega Arruzzolo: «che è stata messa in discussione la tenuta finanziaria della struttura».
Una pressione costante e continua che dalla prima fase della pandemia (marzo 2020) in avanti non ha mai dato segni di cedimento: «da tre anni a questa parte siamo al massimo della nostra forza ricettiva», continua Arruzzolo costretto, insieme al suo gruppo di volontari, a fare i conti negli ultimi tempi anche con gli scaffali che si svuotano rapidamente e problemi di approvvigionamento.
«Dal banco alimentare ci arriva la metà esatta dei prodotti rispetto a un anno fa – spiega-. Quintali in meno di pasta, olio, pomodoro e scatolame a lunga scadenza. Per continuare a mantenere efficiente il servizio stiamo potenziando le raccolte all’esterno dei supermercati e moltiplicando iniziative di beneficienza». Ma il nodo non è tutto qui: c’è un’altra ragione che preoccupa ed quella che mina il meccanismo che regola ritmo e sopravvivenza dell’Emporio.
Spiega Arruzzolo: «La nostra struttura nasce come una forma di assistenza temporanea, il principio è quello della rotazione per arrivare a più persone possibili, mi spiego: chi si rivolge a noi dovrebbe farlo per un periodo limitato per poi lasciare posto a chi si trova in maggiore difficoltà.
«Liquidare la questione in poche parole non è la via migliore per arrivare a risolvere il problema, la questione è complessa e ce lo dicono i numeri che crescono senza arrestarsi – continua il presidente -. L’emporio assiste 250 famiglie ma dietro c’ò fila: in attesa di entrare in struttura ce ne sono altre quaranta». Tradotto: migliaia di persone, con una parità quasi matematica tra italiani e stranieri, a cui manca il necessario per vivere.
Un tema sul quale Domenico Arruzzolo invita a fare quadrato chiamando a raccolta amministrazione comunale, parrocchie e ogni realtà associativa che opera in provincia. «La povertà è in aumento, ognuno di noi deve fare la sua parte: non c’è niente di troppo piccolo che non valga la pena fare. La situazione è molto più difficile di quanto non dicano i dati dell’Emporio. Al fiume di famiglie in difficoltà dobbiamo aggiungere un 20% almeno di sommerso: poveri, e sempre più spesso nuovi poveri, che non si riesce ad intercettare».