È finita così. Primo punto, il più importante: i fondi del Pinqua, dopo un confronto con il ministero, sono al sicuro. Ma palazzo dei Priori non darà inizio ai lavori finché la Regione Lazio, proprietaria dello stadio Rocchi, non darà il via libera. Punto secondo, su cui si è molto dibattuto: l’accatastamento lo farà la Regione. È scritto nella delibera sulla richiesta di acquisizione dell’impianto approvata dalla commissione ieri all’unanimità.
A leggerla è l’assessore Emanuele Aronne, poi la parola ad Alvaro Ricci (Pd), che tocca tutti i punti dell’inchiesta de Il Messaggero: i dubbi di legittimità sui lavori effettuati, la Regione che nel 2016 dice che palazzo dei Priori è «occupante senza titolo» dello stadio, la possibilità di acquisizione già tre anni fa. «Le premesse di questa delibera - dice Aronne - sono 20 anni di storia.
Tocca ancora a Ricci: «Davanti alla nota della Regione che dice non modificate nulla sullo stadio, che fate col Pnrr?». E si va su un terreno minato, viste le reazioni: quel progetto definitivo presuppone «che tutti i pareri e permessi siano stati acquisiti. Quel terreno che non era il nostro qualche parere forse ce l’aveva». Ma Aronne prova a sminare così: «Posso suggerire di non fare polemica e pensare solo allo stadio? Perché io ho paura tanto». Interviene Laura Allegrini (FdI) con un «e sta zitto» al quale Ricci controreplica: «Non si possono prendere sempre gli schiaffi, ho sempre detto abbassiamo i toni, voliamo basso».
Aronne ci mette la parola fine: «Attenderemo per dare l’inizio dei lavori che arrivi una risposta della Regione. Sui fondi abbiamo parlato con il ministero, perché la compartecipazione del privato poteva mettere a rischio la graduatoria Pinqua non solo per lo stadio ma per tutti e 15 i milioni, perché dava punteggio. Ma il Pinqua è al sicuro». Intanto sarà svincolato il campo Rossi per poter andare avanti sul Rocchi.