Stadio Rocchi, un pasticcio lungo quasi 40 anni: ecco il carteggio tra Regione Lazio e Comune

Palazzo dei Priori avrebbe dovuto relazionare alla Regione ogni anno a partire dal 1987. Nel 2016 la richiesta di documentazione «o consideriamo l’ente occupante abusivo»

Stadio Rocchi, un pasticcio lungo quasi 40 anni: ecco il carteggio tra Regione Lazio e Comune
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:13

Stadio Enrico Rocchi, parlano le carte. E dicono tante cose, per bocca della Regione Lazio. Emergono una serie di inadempienze messe nero su bianco nel carteggio con palazzo dei Priori, che ha inizio il 18 marzo del 2016. Ma tutto parte nel 1987, quando la Regione delibera l’affidamento temporaneo in gestione dell’impianto al Comune. Solo che nel frattempo le norme cambiano e non prevedono «che i beni immobili siano concessi in comodato d’uso gratuito - scrive la Regione - ma che debbano essere locati a un canone rapportato al loro valore di mercato».

Si propone una scappatoia: «Eccezionalmente, previa delibera della giunta regionale e su istanza dell’ente interessato, si potrà pervenire alla stipula di un contratto a canone ricognitorio» ex legge regionale 9 del 2005. Una volontà che va manifestata e «nel caso di specie - continua la direzione regionale patrimonio - non è stata reperita alcuna documentazione». Iniziano a partire gli avvisi verso via Ascenzi: «Si invita codesto Comune a esibire entro 30 giorni dal ricevimento della presente (il 23 marzo 2016, ndr) il titolo contrattuale in base al quale detiene il terreno identificato in oggetto», cioè quello su cui sorge il Rocchi, non essendo la delibera del 1987 «idonea a costituire la piena titolarità del possesso dell’immobile».

Non solo: palazzo dei Priori, sempre in base all’atto del 1987, era «obbligato a fornire una relazione annuale della gestione del bene». Relazioni che la Regione non ha mai ricevuto e che quindi ora chiede in maniera dettagliata «in merito all’intero periodo di gestione del bene regionale». E se dopo 30 giorni non succede niente? «Si dovrà ritenere codesto Comune occupante senza titolo del bene», con la conseguenza che verrà chiesta «la relativa indennità di occupazione rapportata al suo valore di mercato».

Da qui gli uffici non sembrano andare troppo in fibrillazione, visto che il primo a muoversi è il settore patrimonio, che a ridosso della scadenza – il 20 aprile - chiede al settore sport una «dettagliata relazione delle attività gestionali svolte nell’impianto nel periodo che va dal 1987 ad oggi». La risposta è protocollata ai supplementari: il 26 aprile, quando palazzo dei Priori sulla carta è già «occupante senza titolo».

Gli affidamenti in gestione del Rocchi alla Viterbese sono 9, ma emerge un particolare non di poco conto: «Si rileva che non è stato possibile reperire materiale antecedente all’anno 1996».

L’anno è sempre il 2016, si passa al 18 luglio. Stavolta in casa del Comune è il settore sport a scrivere ai lavori pubblici. Si scopre che a fine giugno c’è stato un sopralluogo coi tecnici della Regione allo stadio: nel 2007 palazzo dei Priori ha effettuato «dei lavori di demolizione e ricostruzione delle tribune e di tutti i locali afferenti all’impianto sportivo». Va quindi inviata a Roma «una planimetria generale e tutta la documentazione relativa alla contabilità finale dei lavori realizzati nel 2007 ed eventualmente negli anni successivi, al fine di consentire la quantificazione del canone di affitto dovuto dal Comune di Viterbo in relazione ai lavori effettuati nell’impianto e agli importi degli stessi».

La delibera del 1987 e la missiva della Regione Lazio del 2016 risultano importanti anche perché citate nella proposta di delibera di consiglio comunale che verrà discussa venerdì in seconda commissione, su “Stadio comunale Enrico Rocchi - acquisizione dell’impianto sportivo al patrimonio del Comune di Viterbo”. Tra gli atti richiamati in premessa c’è la «deliberazione della giunta regionale del Lazio n.1273 del 10/03/1987, con la quale è stato stabilito “di affidare al Comune di Viterbo la gestione del Campo Sportivo sito in via della Palazzina sia per quel che concerne l’uso, sia per quel che riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria”», in merito alla quale «si prende atto che «le disposizioni di cui al punto precedente non risultano essere mai state formalizzate mediante la sottoscrizione di apposito atto convenzionale».

Poi si cita la lettera del 2016, «con la quale l’Ente sovraordinato comunicava al Comune di Viterbo, sulla scorta dell’evoluzione normativa regionale, che era necessario procedere alla stipula di un contratto a canone ricognitorio ex art.5, L.R. n.9/2005, oltre alla regolarizzazione del possesso dell’immobile, paventando, in mancanza di idoneo atto, anche una richiesta di indennità, per occupazione sine titulo». Insomma, ci sarà di che dibattere.

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