Rifiuti, bando pluriennale addio: sarà per due anni e come quello attuale. La delibera

Rifiuti, bando pluriennale addio: sarà per due anni e come quello attuale. La delibera
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 16 Aprile 2021, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 18:14

Il bando pluriennale sulla raccolta dei rifiuti? La città se lo può pure scordare: dopo le proroghe a Viterbo ambiente, dopo quello ponte di un anno attualmente in vigore, il prossimo appalto sarà per appena due anni. Fino al 2023. Letta in un altro modo: fino a fine mandato dell’amministrazione Arena. La proposta di delibera arriverà in commissione martedì mattina, appena qualche ora prima del consiglio straordinario su altri rifiuti, quelli provenienti da Roma.

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La bozza di delibera è stata battuta pochi giorni fa.

Ha per oggetto “Indirizzi programmatici e linee guida per la predisposizione del nuovo contratto di servizio per la gestione dei rifiuti urbani e i servizi di igiene urbana, ai fini del documento di programmazione finanziaria 2021-2023”. Dove le linee guida sono praticamente quelle stilate dalla giunta Michelini. Rispetto ad ora non cambia nulla: si propone di deliberare «in analogia ai servizi già espletati in base all’appalto in essere», si legge.

E qui il capogruppo del Pd, Alvaro Ricci, ha gioco facile. «Abbiamo scherzato. “Per cambiare, non cambiare” – dice – come recitava lo slogan elettorale dell’ormai ex delegato all’ambiente, Giulio Marini. E’ veramente assurdo». Le linee guida? Sono state oggetto di polemiche negli ultimi tre anni, con la maggioranza decisa a cambiarle. All’inizio dell’anno il sindaco Giovanni Arena aveva annunciato che erano pronte e che sarebbero approdate in commissione entro gennaio, «massimo i primi di febbraio». Invece? «Adesso vanno bene quelle di Michelini – continua Ricci – perché la delibera spiega che bisogna estendere la raccolta differenziata anche nella zona C, però non si può fare per la pandemia». Nell’atto è scritto infatti che «le conseguenze sul tessuto economico e sociale non consentono un aggravio dei costi a carico della cittadinanza».

Ecco alcuni punti della proposta. Uno degli scopi resta quello di passare dall’attuale 58 al 65 per cento di raccolta differenziata. Le utenze: 35.769 sono quelle domestiche, 6.282 le non domestiche. Sempre tre le zone: centro storico (A), centri abitati al di fuori delle mura (B) e case sparse (C). Le ultime restano fuori dal porta a porta, si continua con le isole 40 di prossimità. Il costo? «L’importo annuo totale disponibile – si legge - risulta pari a 12,4 milioni». L’appalto ponte, che scadrà il 31 agosto, ne costa 9.

Ricci tira così le somme: «Abbiamo avuto prima due anni di proroga e poi uno di ponte per giungere alla conclusione che è tutto a posto così. Per confermare tutto ciò che è già in essere ci hanno messo tre anni, un modello peraltro non proprio ideale». La postilla: «Un appalto di due anni non faciliterà certo la partecipazione di molte società. Avevo anche proposto di ridurre a 10 le isole, facendole diventare piccoli centri ecologici sorvegliati. Ma il problema politico – conclude il dem - è che non si capisce il perché dell’appalto ponte: ci troviamo al punto iniziale senza aver fatto un passo avanti. Arena arriverà così a fine mandato: in pratica è un altro appalto ponte, solo più lungo».

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