Non a caso per la sua vastità, l’abbiamo soprannominata il Mostro. Durante la nostre esplorazioni abbiamo rinvenuto delle ossa di animale, che solo gli antropologi potranno stabilire la specie e l’età. E’ un evento, non straordinario quest’ultimo, ma abbastanza strano ”. Nell’area esplorata sono stati individuati grandi pozzi creati dall’erosione ipogenica, a causa per l’opera erosiva inversa provocata dai gas solforosi sprigionati dalle profonde falde termali. Tutto è dovuto secondo gli studiosi alla grande vicinanza con gli antichi vulcani della Tuscia, Vico, Bolsena e Bracciano. " In altri ambienti – dice ancora Forconi – abbiamo notato la presenza di stalattiti e stalagmiti di calcite che rendono questi luoghi affascinati e mozzafiato". Secondo sempre Paolo Forconi l’ambiente appena scoperto è talmente vasto e l’esplorazione e destinata a continuare per molto tempo ancora. " C’è tanta circolazione di aria – dice ancora l’esploratore – e questo sta a dimostrare che vi sono grandissimi ambienti ancora da trovare". Del gruppo speleo fanno parte, Luigi Russo, Vittoria Danieli, Alessandra Tomassini, Cristian Bulli. L’area d’ingresso alla cavita è interdetta ai curiosi, essendo molto tecnica è riservata solo a persone esperte e certificate.
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