Thailandia, muore a 17 anni il capitano della squadra di calcio che restò bloccata nella grotta di Tham Luang

Duangpeth Promthep, uno dei sopravvisuti, è morto con quello che sembrerebbe un «incidente alla testa»

Thailandia, muore a 17 anni il capitano della squadra di calcio che restò bloccata nella grotta di Tham Luang Nang
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Mercoledì 15 Febbraio 2023, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 23:06

Ricordate la squadra di calcio composta da ragazzi e bloccata nella grotta di Tham Luang Nang? Parliamo dell'episodio avvenuto il 23 giugno 2018, quando dodici ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni e un uomo di 25 anni sono rimasti bloccati all'interno della grotta nella provincia di Chiang Rai, in Thailandia. Il caso divenne uno dei più mediatici al mondo. Duangpeth Promthep, uno dei sopravvisuti, è morto con quello che sembrerebbe un «incidente alla testa».

Cosa è successo

Duangpeth Promthep detto «Dom», il capitano della squadra di calcio dei «Moo Pa», i «Cinghiali», che nel 2018 rimasero intrappolati per 18 giorni nella cava di Tham Luang in Thailandia tenendo col fiato sospeso milioni di persone, è morto per motivi ancora da chiarire mentre si trovava in Inghilterra.

A 13 anni era sopravvissuto per oltre due settimane in una grotta con i suoi amici, uscendone vivo grazie a un’operazione di soccorso spettacolare che coinvolse centinaia di sommozzatori e finì sulle prime pagine di tutto il mondo.

Oggi, cinque anni dopo, è morto a 18 anni per quello che in un primo momento è stato definito come un «incidente alla testa» (per ora non meglio precisato) a migliaia di chilometri dalla sua Chiang Rai, nel Regno Unito che da alcuni mesi era diventato casa. Lo hanno trovato domenica privo di conoscenza nel suo dormitorio, lo hanno portato in ospedale e hanno tentato invano di salvarlo. La polizia dice che non sta trattando la sua morte come «sospetta».

La reazione 

Il suo ex compagno Prachak Sutham ha scritto sui social: «Mi dicevi che ti avrei visto giocare in Nazionale, ho sempre creduto che ce l’avresti fatta. Quando ci siamo visti l’ultima volta prima che partissi per l’Inghilterra, ti avevo detto che ti avrei chiesto l’autografo. Riposa in pace, amico mio, noi 13 saremo sempre insieme».

E anche l'amico Chanin Viboonrungruang lo ha ricordato così: «Fratello, mi avevi detto che avremmo coronato il sogno calcistico... se c’è un mondo dopo questo, voglio giocare ancora con te».

Duangpeth si era trasferito nel Leicestershire lo scorso autunno dopo aver vinto una borsa di studio della Zico Foundation per frequentare la Brooke House College Football Academy. Giocava in attacco, continuava a inseguire il sogno di diventare un calciatore e su Instagram pubblicava foto di sé in campo e in classe, spesso accompagnate dall’hashtag #footballismylife. 

 


Il precedente

L'impresa pù ardua del ragazzo è avvenuta nel 2018: resistere per 18 giorni sul fondo di una cava lunga 4 chilometri, dove insieme a 11 compagni di squadra (tra gli 11 e i 16 anni) e al 25enne allenatore erano rimasti bloccati da un’alluvione durante una gita imprudente dopo un allenamento nel giugno di 5 anni fa. In quei giorni all’imbocco della grotta arrivarono le idrovore e oltre 100 sommozzatori militari locali e internazionali.

I ragazzini furono raggiunti dopo una decina di giorni e si scoprì che miracolosamente erano tutti vivi, ma per tirarli fuori era necessario farli immergere in acqua e fango per centinaia di metri, e in molti non sapevano nemmeno nuotare. Dom, da capitano, seguì le indicazioni dell’allenatore e incoraggiò i compagni a resistere e a non abbattersi: presto, li rassicurava, li avrebbero tirati fuori da lì. Pressati dal rischio di una nuova alluvione — e dopo la morte di un sommozzatore thailandese, Saman Gunan, nelle operazioni di preparazione — si decise di azzardare e portarli fuori così, equipaggiati da sub ma sedati dalla ketamina: sopravvissero tutti e 13. , 

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