Macchina del fango, dopo 10 anni di processo tutti assolti per prescrizione

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Giovedì 22 Dicembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 14:57

Macchina del fango, tutti assolti per intervenuta prescrizione. Il processo scaturito dall’inchiesta del pm Massimiliano Siddi chiamata “IV Potere” che vede alla sbarra 8 imputati, tra cui l’ex assessora regionale Angela Birindelli, il giornalista Paolo Gianlorenzo, l’ex patron della Viterbese Giuseppe Fiaschetti, la giornalista Viviana Tartaglini, l’impiegato dell’agenzia delle entrate Luciano Rossini, l’ex dipendente della Asl Sara Bracoloni, l’ex direttore dell’assessorato all’agricoltura Roberto Ottaviani e l’ex commissario straordinario dell’Arsial Erder Mazzocchi, è arrivato al capolinea.

Ieri mattina il sostituto procuratore, dopo aver riqualificato l’unico reato rimasto “in vita”, quello di tentata corruzione, in quello meno grave di “induzione a dare o promettere”, ha chiesto l’assoluzione per intervenuta prescrizione. Una discussione breve che però non ha nascosto l’amarezza per un procedimento finito per la troppa lentezza burocratica. «Un’amsrezza - ha affermato Siddi - compensata solo dal fatto che mettiamo fine a un lungo processo».

La maxi inchiesta macchina del fango nasce nel 2011 dalle denunce di un gruppo di redattori dell’Opinione e dalle querele di Piero Camilli e dell’allora consigliere regionale del Pdl Francesco Battistoni.

Nel 2012 l’ipotesi di reato si ingigantisce con l’implicazione di Angela Birindelli e dei vertici dell’Arsial, gli inquirenti setacciando le carte scoprono anomalie nei faldoni che riguardano le spese del Vinitaly. Nell’indagine però il punto cardine sarebbe il presunto scambio di favori tra stampa e politica. E il giornalismo utilizzato per colpire una parte e supportarne un’altra, quella che avrebbe meglio elargito i fondi.

I reati, anche se datati, sarebbero già prescritti. L’unico che era rimasto ancora in piedi era il capo di imputazione relativo alla vicenda del Vinitaly. Secondo cui l’ex assessora Birindelli avrebbe fatto pressione sul dirigente Mazzocchi per far fuori in tutti i modi l’avversario politico Francesco Battistoni. Ieri la parola fine con la prescrizione generale, che è stata accettata da tutti i protagonisti della vicenda.

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