Dies Natalis, ecco il progetto esecutivo. Ascenzi: «Vi svelo tutti i segreti della nuova Macchina»

Ora tocca a palazzo dei Priori accelerare, c'è da pubblicare in fretta il bando: per la costruzione sono necessari tra i 6 e i 7 mesi

Dies Natalis, ecco il progetto esecutivo. Ascenzi: «Vi svelo tutti i segreti della nuova Macchina»
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 31 Dicembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 10:17

«Questa Macchina è piena di vita». Signori, Dies Natalis: l’ideatore Raffaele Ascenzi ha appena consegnato il progetto esecutivo. Ora tocca a palazzo dei Priori, c’è da pubblicare di corsa - come i Facchini sulla salita - il bando per la costruzione. Perché per materializzare la struttura serviranno tra i sei e i sette mesi.

Il progetto è il cuore pulsante della struttura. «Ci sono gli elaborati tecnici che descrivono la Macchina - dice Ascenzi - in ogni singolo dettaglio: disegni, piante, prospetti, sezioni. E poi tutte le componenti allegoriche e gli elementi strutturali: come sono composti e dove stanno, così come la parte illuminotecnica di quali elementi si compone e dove sono allocati. Le immagini fanno capire bene a chi parteciperà al bando per la costruzione come va realizzata la Macchina». Le statue sono prese singolarmente in varie tavole per poterle vedere su tutti i lati, «saranno inoltre forniti dei file con le modellazioni tridimensionali: il progetto impone che la costruzione che sia fatta da macchine a controllo numerico, la fase della realizzazione sarà dettata da questi file. Non ci saranno la difficoltà dal punto di vista artistico. A differenza di Gloria, Dies Natalis ha tutte le pareti modellate attraverso oltre 100 scansioni di tutte le figure, anche di persone vere».

Quanto è corposo il progetto? «Sono un’infinità di metri di stampe, piegate in formato A4 raggiungono almeno mezzo metro. Per i costruttori ci sarà un buon impegno anche solo per aprire e valutare gli elaborati, che dal punto di vista tecnico sono molto esaurienti». La parte più difficile? «Far quadrare il peso, che è un dato imposto dal concorso di idee: 50 quintali, con una tolleranza del 5% puoi arrivare a 52,5». Ci è riuscito così: «Oggi abbiamo tecnologie che ci aiutano, in base ai materiali, a capire le risposte in fatto di pesi. Ho scelto Eps, polistirolo, da 15 o 20 chili al metro cubo in base alla complessità dell’opera da realizzare: quanto più cresce il peso specifico del materiale, tanto più riesci a modellare la statua in maniera fedele alla scansione».

Soddisfatto del risultato? «Sono entrato completamente dentro questo progetto, mi sono innamorato in maniera viscerale.

Ritengo che ancora sia una Macchina complessa, anche da digerire per molti: eravamo abituati a vedere un altro tipo di struttura. Ho ripercorso tutte le fasi della storia e visto che forse nelle ultime otto edizioni avevamo preso una direzione che non era quella della storia vera, ma un nuovo modo di fare Macchine. Non dico che questa sia l’unica via, ma sarà un’esperienza utile a far rivedere al pubblico le strutture delle origini, del 700 e dell’800. Per convincermi di questa cosa ho fatto un esperimento: ho preso un libro di Salvatore Del Ciuco con tutte le foto del passato. Scorrendolo, mi soffermo più volentieri sulle Macchine dell’800. Così ho voluto fornire questa nuova interpretazione del Trasporto».

Capitolo illuminazione: «Dies Natalis è piena di fiamma viva, con i lumini e anche un centinaio di candelieri a steli alti, per rievocare l’illuminazione delle Macchine antiche. Poi ci sono oltre mille punti luce a led su tutto il corpo». Ringrazia i suoi collaboratori, «che hanno fatto un lavoro di squadra eccellente: Enrico Mandola, Marco Cornacchia, Luca Occhialini, Antonella Servi, Giuseppe la Grutta, Marco Cornacchia, Federico Ciatti, Andrea Rodolico, Alessandro Scorza e Marco Porcorossi». Per realizzare Dies Natalis serviranno «sicuramente sei o sette mesi. Lo avevo detto nella relazione tecnica allegata al concorso di idee e l’ho ribadito anche nella progettazione esecutiva. L’appaltatore potrà accelerare, portandosi comunque a un minimo di 170». Per evitare accollate, ci sarà da correre.

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