Comune, Arena: «Dimettermi prima delle firme dal notaio? Magari bluffano come a poker»

Comune, Arena: «Dimettermi prima delle firme dal notaio? Magari bluffano come a poker»
di Massimo Chiaravalli
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Dicembre 2021, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Una firma dal notaio in massa per far cadere il Comune? «So che la cosa è partita dalla Lega, ma non ho parlato con nessuno». In caso, Giovanni Arena si dimetterebbe prima o si farebbe sfiduciare in aula? «Se fossi certo che si stanno organizzando, potrei anche dimettermi». Il sindaco ancora non crede che l’esperienza a palazzo dei Priori possa davvero finire, ma ormai l’ipotesi sta prendendo sempre più consistenza.

Crisi in Comune, così è precipitata la situazione. Ecco le prossime tappe

Sindaco, sa della volontà di andare dal notaio e chiudere?
«Sono preso da mille cose, quindi non so cosa stiano facendo. Sento dire firme, non firme».
Dopo il voto in Provincia, la situazione si è fatta pesante. «Che un fattore esterno possa condizionare il Comune capoluogo mi sembra inverosimile, anche considerando le responsabilità che si prendono di far perdere milioni alla città. Ma tutto può essere. Io mi sento tranquillo e a posto con la coscienza, ho dato tutto me stesso. Fin quando vuole il Padreterno continuerò a dare il massimo. Se i partiti decidono altro io lo accetto, non porto rancore. Sono abbastanza fatalista».

Se il discorso delle firme si dovesse concretizzare, si dimetterebbe prima?
«C’è pericolo di fasciarsi la testa prima di farsi male, non lo so. So che questa cosa è partita un po’ dalla Lega domenica sera.

Se le hanno, vanno dal notaio e le depositano».

Quindi non si dimetterebbe?
«E’ come una partita a poker, bisogna vedere se uno bluffa».

Ha ancora speranza di andare avanti?
«Sono sereno, se si interrompe okay. Sono responsabilità grosse che si prendono. Il vantaggio non ci sarebbe: come si ripresenterebbero?».

Magari Forza Italia ha preso la cosa sottogamba…
«Gli altri hanno voluto dare alla Provincia una valenza politica. Come persona che rappresenta il partito, con un candidato di Forza Italia sono andato e l’ho votato. Il rischio c’era e c’è, poi bisogna vedere in prospettiva a far cadere il Comune chi ne trarrà vantaggio».

Come vive questa situazione?
«Penso di aver dato alla giunta massima libertà, non sono stato un despota, non ho messo veti. Non porto rancore a nessuno, non medito vendette. Il dispiacere è per la città, avevamo cose importanti che sfumano, un commissario fa l’ordinaria amministrazione: bisognerà spiegare ai cittadini che avevamo tutti questi soldi e non siamo stati in grado di portarli avanti per beghe politiche».

Non sente il bisogno di chiedere cosa hanno intenzione di fare?
«Non ho sentito nessuno».

In caso, meglio le dimissioni o una sfiducia in aula?
«Se avessi la certezza che vogliono farmi cadere potrei anche dimettermi. Ma non ce l’ho: rischio un passo falso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA