Crisi in Comune, così è precipitata la situazione. Ecco le prossime tappe

Crisi in Comune, così è precipitata la situazione. Ecco le prossime tappe
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 21 Dicembre 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 12:18

La cosa certa è che non è stata mai così vicina dal cadere. L’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Arena è in frantumi. Lo era già prima, ma l’elezione del forzista Alessandro Romoli a presidente della Provincia ha aggravato ulteriormente una situazione già critica. Tanto che le voci di dimissioni in massa dal notaio, da parte di Lega e Fratelli d’Italia, ormai non le nasconde più nessuno. E l’ipotesi è che possa succedere prima di Natale, senza lasciare ad Arena la possibilità di gustarsi il panettone in pace.

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Togliendo i quattro di Forza Italia, per arrivare al numero necessario allo sciogliete le righe non dovrebbe essere difficile coinvolgere anche l’opposizione. Ci si sta ragionando da domenica sera, appena decretato il nuovo presidente. L’asse Forza Italia – Pd non è stato mai digerito dal resto del centrodestra, ma immediatamente dopo il voto la situazione è precipitata. Prima c’è stata la "sconvocazione" della commissione di ieri da parte della Lega, contestualmente il capogruppo dei berluscones a palazzo dei Priori, Giulio Marini, si è dimesso inviando una pec che gli alleati hanno visto solo successivamente. «Una decisione – dice - che vuole essere rispettosa delle tensioni del momento».

Ormai però la frittata pare fatta.

Perché le manine dei verdi e dei meloniani hanno iniziato a contare i disponibili ad andarsi a dimettere dal notaio. Indiscrezione anticipata su ilmessaggero.it e non smentita da nessuno. A ieri la tabella di marcia era questa: dare forfait stamattina in consiglio facendo saltare la seduta, consentire il via libera nel pomeriggio in commissione alla delibera sulla qualità dell’abitare, in modo da andare in aula giovedì per approvarla. Perché ieri mattina, nel frattempo, i capigruppo hanno stabilito la nuova data proprio a tal scopo.

Ecco, una volta messi in cassaforte i fondi del governo scatterebbe il liberi tutti. E il notaio potrebbe vedersi presentare i consiglieri pronti a firmare proprio subito dopo la chiusura del consiglio. Che in maniera inconsueta è in programma la mattina, un orario sempre riservato solo alle sedute del martedì.

Tutti insomma starebbero prendendo atto che, di fronte a uno scontro totale tra le anime del centrodestra, andare a casa è diventata un’opzione obbligata. L’unica che non sarebbe disposta a firmare è Paola Bugiotti, oggi nel gruppo della Lega ma eletta con Forza Italia. Il risultato finale? Decadendo il consiglio comunale, anche la Provincia sarebbe congelata.

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