TERNI - La follia va in scena nella saletta dove i detenuti incontrano i familiari.
Lui, trentenne laziale che è rinchiuso nella media sicurezza del carcere di Sabbione per furto e ricettazione, non vuole saperne di salutare la compagna e la figlia di 4 anni.
L’agente della penitenziaria lo invita a chiudere il colloquio con i suoi perché il tempo a disposizione è finito. A quel punto lui inizia a rompere sedie e tavolini all’interno della sala e cerca di spaccare le telecamere interne. A dargli manforte la compagna, che tenta di barricarsi all’interno della sala colloqui.
Alla scena assiste la bimba. Piange, gli agenti cercano di rassicurarla dicendole che i suoi genitori stanno giocando ma lei si dispera e continua a ripetere che quel gioco non le piace.
«A fatica e con grande professionalità i colleghi sono riusciti a riportare alla calma i due individui, facendo presente che il colloquio, oltre che con la convivente, si svolgeva anche con la figlia di 4 anni, visibilmente sconvolta dal comportamento dei genitori» tuona il segretario nazionale umbro del Sappe, Fabrizio Bonino.
Dopo l’episodio che è andato in scena venerdì all’ora di pranzo le indagini interne sull’accaduto.
Per il detenuto laziale è scattata la denuncia penale per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Scontato il procedimento disciplinare avviato immediatamente dai vertici del penitenziario ternano nei suoi confronti.
Nelle prossime ore il trentenne, arrivato a Sabbione un anno e mezzo fa dal Lazio, sarà trasferito.
In passato, dopo essere stato trovato in possesso di telefoni cellulari in cella, era stato spostato in diversi penitenziari.
Dopo l’arrivo a Terni il percorso di reinserimento, che sembrava aver dato buoni frutti.
«Sono stati momenti di grande tensione, gestiti al meglio dal direttore e dal personale in servizio di polizia penitenziaria - sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe. La scellerata e folle protesta del detenuto è sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti». Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale capo del dap: «Non incontra i sindacati quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza».
A Sabbione, dopo un periodo nero, da inizio agosto si era registrato un abbassamento degli eventi critici.
Un dato che, con la ripresa della scuola e dei corsi di formazione, si conta di mantenere grazie al supporto delle attività trattamentali.