Terni, «Aiutami, papà mi picchia»: il figlio al telefono sente le urla della madre accoltellata a morte dal marito

Terni, «Aiutami, papà mi picchia»: il figlio al telefono sente le urla della madre accoltellata a morte dal marito
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 31 Marzo 2023, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 15:13

TERNI - «Chiama tuo padre che ricomincia con la solita storia. Fatti raccontare quello che è successo oggi».

Zenepe, 56 anni compiuti domenica scorsa, albanese da tanti anni a Terni, manda un vocale a suo figlio Diamant che è al lavoro e sta tornando da Bolsena.

E’ l’ora di pranzo. Il 28enne capisce che non può perdere tempo: «Stasera non ci arrivi a parlarne stai sicuro - gli dice il padre - adesso prendo un coltello, ti faccio vedere io come va a finire questa storia».

La conversazione si chiude con l’urlo disperato di Zenepe, l’ultimo segno di vita di una donna che viene ammazzata a coltellate tra la cucina e il soggiorno da suo marito.

E’ il figlio, che col datore di lavoro torna indietro immaginando che non avrebbe più visto sua madre viva, a chiamare la sorella Oltiana e la polizia. Gli agenti della volante arrivano in pochi minuti sul luogo della mattanza. Entrano nell’appartamento di via del Crociere 10, a Borgo Rivo e si trovano di fronte una scena raccapricciante.

 

Zenepe è riversa a terra in una pozza di sangue, vegliata da sua figlia senza più lacrime, che continua a chiamarla sperando che sua madre possa dare un segno di vita.

Il marito di Zenepe, Xhafer Uruci, 62 anni, che le ha sferrato la coltellata mortale alla gola, è ancora lì e non dice una parola.

Non oppone neppure resistenza. Viene prelevato dai poliziotti e portato in questura, dove resterà a lungo per essere sentito dagli investigatori della squadra mobile. A tarda sera per lui si aprono le porte del carcere di Sabbione con l’accusa di omicidio aggravato.

Nella casa teatro del delitto è un viavai di poliziotti, con la scientifica impegnata nei primi rilievi per le indagini portate avanti da Mobile e Volante e coordinate dal pm, Giorgio Panucci.

Fuori ci sono i figli della coppia.

Oltiana si dispera confortata da suo fratello che ha raggiunto l’appartamento dove si è consumato il delitto.

Le lacrime dei parenti spezzano il silenzio surreale in una strada senza uscita che sta lungo la ferrovia.  Dove le urla disperate di Zenepe, intorno alle due e mezza di ieri pomeriggio, sono state sentite a diversi metri di distanza.

 

La coppia, arrivata a Terni dall’Albania più di vent’’anni fa, abita in via del Crociere da tre o quattro anni.

Zenepe la conoscono tutti perché da 18 anni lavora nella pescheria “L’isola che non c’è” di via del Rivo.

Un sorriso per tutti, la battuta pronta, i modi affabili l’hanno fatta diventare l’amica dei tanti clienti.

La pescheria, un paio d’ore dopo il delitto, è chiusa per lutto.

Marco e Matteo, i proprietari, sono distrutti dal dolore: «Era uscita dal lavoro all’una, ci saremmo rivisti alla riapertura nel pomeriggio. Zenepe era una persona straordinaria, era diventata una di famiglia. Era felice perché domenica aveva festeggiato il suo compleanno con la sua famiglia, i suoi adorati nipotini, per lei il bene più prezioso. Quando iniziò a lavorare qui 18 anni fa non parlava l’italiano. Poi - dice Marco con un filo di voce - è diventata la nostra cuoca. Lei che non mangiava il pesce era stata in grado, grazie alla sua intelligenza e alla sua voglia di lavorare, di realizzare ricette che l’hanno resa famosa tra i nostri clienti».

La serranda della pescheria si abbassa per lutto.

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Sono le sei del pomeriggio e Xhafer è ancora in una stanza della questura di Terni «per chiarire la sua posizione» si legge in una stringata nota. A tarda sera verrà portato in cella a Sabbione.

La salma della vittima resta a lungo nella casa sotto sequestro. Nel tardo pomeriggio arriva il medico legale, Marco Albore, per una prima ispezione esterna poi il pm, Panucci, dà il nulla osta per il trasferimento in obitorio.

Sul povero corpo di Zenepe verrà disposta l’autopsia.

La certezza è che quello andato in scena in via del Crociere è un femminicidio annunciato. Chi conosce la coppia albanese racconta di quel marito violento, convinto di avere il diritto di possesso sulla donna che ha sposato tantissimi anni fa e che gli ha dato due figli.

 

Saranno le indagini a chiarire nei dettagli la travagliata storia che si è chiusa tragicamente in un pomeriggio di fine marzo. Quando Xhafer, armato con un coltello da cucina, ha finito la compagna di una vita.

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