Aidas, passo falso delle socie Actl
non ci dimettiamo. Pagata la tredicesima

Aidas, passo falso delle socie Actl non ci dimettiamo. Pagata la tredicesima
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Venerdì 7 Marzo 2014, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 13:50
TERNI - Un passo avanti e due indietro nella vicenda Aidas. Il passo avanti: Ho pagato due dodicesimi della tredicesima e ancora – dice il commissario Silvia Volpini - devo incassare una fattura che pu liberare soldi liquidi. Cerco di lavorare con i fatti». I due passi indietro. Il primo: «Le socie Aidas aderenti al Cdsa – scrivono Elsa Cerrata, Roberta Bannella e Immacolata Ibello - non hanno aderito all’invito del presidente Corsi (fatto una settimana fa Ndr) di sciogliere il rapporto associativo con Aidas».



E questo perché «Non intendiamo subire una sorta di ricatto morale dalle scioperanti della fame con l’obiettivo di queste (Serenella Arca, Petya Dimova e Rita Satolli) e di Venturi (Gino il segretario generale della Uil Ndr) di farci rinunciare ai nostri inalienabili diritti societari». Immediata, la risposta dei quattro digiunanti, che lo scorso 14 febbraio hanno iniziato lo sciopero della fame proprio per denunciare la presenza all’interno dell’Assemblea dei soci Aidas di una sessantina di lavoratrici passate in Actl, oltre alla richiesta di versare una delle tredici mensilità non pagate.



Un problema, la doppia adesione Aidas-Actl, che una settimana fa il presidente dell' Actl, Sandro Corsi, aveva cercato di risolvere: «Le socie sono passate tutte in Actl e non voteranno più nell’assemblea Aidas, il grande inganno può cessare e le quattro riprendere a mangiare». Ieri Corsi ha dato corso a questa operazione: «Il Cda, prendendo atto della doppia adesione ha deliberato di escluderle da socie. Parimenti il Cda, riassicurando tutte queste lavoratrici, ha deliberato che i contratti a tempo determinato siano trasformati alla scadenza a tempo indeterminato».



Ma le lavoratrici del Cdsa (Comitato diritti socie Aidas) alcune della quali passate in Actl, hanno rimesso tutto in discussione puntando il dito contro le digiunanti che rispondono per le rime. Ed ecco il secondo passo indietro: «Non avremmo mai immaginato che Corsi si spingesse fino al punto da far diventare carta straccia quanto dichiarato solo qualche giorno prima. Questa vicenda – scrivono in una nota a firma Uil - dimostra tuttavia anche ai più scettici nei nostri confronti quanto la nostra battaglia abbia centrato il problema vero di Aidas. Di fatto in tal modo permane l’anomalia di scelte fatte in Aidas fortemente condizionate da dipendenti di una cooperativa concorrente. Cosa non indifferente soprattutto in una fase così delicata come quella attuale per i lavoratori che rischiano di perdere stipendi e lavoro futuro».



I nodi non si sciolgono. Con alcune scadenza in vista. La consegna di una piano concordatario entro il 16 aprile e la convocazione dell’assemblea dei soci Aidas che si preannuncia infuocata, ammesso che ci siano ancora le condizioni per convocarla. C'è chi giura di sì, mentre altri ci mettono la mano sul fuco che è no.
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