Tali manufatti, sono stati giudicati abilmente contraffatti dalla fondazione di palazzo Albizzini collezione “Alberto Burri” e, quindi, falsamente attribuiti all’omonimo artista. Gli stessi, qualora fossero stati immessi sul mercato quali autentici, avrebbero potuto fruttare circa 5 milioni di euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, ed in particolar modo dal procuratore aggiunto Antonella Duchini, sono ancora in corso al fine di accertare le responsabilità penali non escludendosi possibili altri sequestri in ambito territorio nazionale.
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