L'Italia che puntava su Aperam
sempre fuori dai giochi

L'Italia che puntava su Aperam sempre fuori dai giochi
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Domenica 1 Dicembre 2013, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 12:49
TERNI - Ast torna in ThyssenKrupp, il colpo di scena che nessuno si aspettava e, comunque andr, per l'Italia stata una sconfitta. A partire dal ministero in giù, che fino all'ultimo ha puntato sulla vittoria di Aperam per voce del sottosegretraio Claudio De Vincenti e non è riuscito a intercettare nè tantomeno a gestire i tanti cambi di passo e colpi di scena di questa trattativa che si trascinava da più di un anno.



Ha dato vincente Aperam fino all'ultimo Antonio Tajani, blasonatissimo europarlamentare, e sul fatto che Ast finisse ad Aperam sono stati in tanti, più o meno esplicitamente, a metterci le mani sul fuoco anche a livello locale. Fino a poche ore prima dell'annuncio di vendita di Ast a ThyssenKrupp in tanti rassicuravano che visita del ministro Zanonato prevista per il 3 di dicembre era stata organizzata in concomitanza con l'annuncio di cessione ai lussemburghesi di Ast da parte di Outokumpu. Invece l'Italia è rimasta a piedi.



E ora molto avrà da fare il premier Enrico Letta per convincere i tedeschi di ThyssenKrupp, che incontrerà domani (si vocifera anche della presenza di un certo Harald Espenahan) a inserire Ast in serio progetto industriale e non a trattarla come una merce di scambio per fare cassa.



«Lo scenario cambia completamente. Il governo italiano non è stato in grado di stare a questi livelli. Le logiche finanziarie prevalgono su quelle produttive e sulle ragioni dei lavoratori. - ha dichiarato il presidente del consiglio comunale di Terni Giorgio Finocchio, che, in tempi non sospetti, era stata l'unica voce che aveva sollevato dubbi e preoccupazioni sulla gestione della trattativi e sui rischi de Terni stava correndo - L'operazione finanziaria di vendita di Inoxum da parte di ThyssenKrupp si fondava su un prestito di garanzia di 1,3 milioni. Parte di questa garanzia era sicuramente Terni.



La situazione finanziaria di Outokumpu è andata poi precipitando tragicamente e i finlandesi sono stati costretti a svendere ai tedeschi quello che avevano comprato praticamente un paio d'anni prima e ricomprargli il 30 per cento delle azioni.



Lo scenario per noi, stando alle prime informazione, è preoccupante: ThyssenKrupp è fuori dal business dell'inossidabile. Ricomprando Vdm che sta in Germania può rientrare nel mercato delle leghe, ma Terni dentro questo quadro non ha uno spazio adeguato. Non ci sono certezze, siamo finiti dentro una logica di compravendita. Siamo stati un agnello sacrificale».I sindacali ternani ieri, in una conferenza stampa hanno rilevato come «ripercorrendo la storia degli ultimi due anni e mezzo, appare evidente come la gestione politica – a tutti i livelli – sia stata quanto meno carente e che i segnali di allarme che abbiamo lanciato a più riprese non siano stati recepiti adeguatamente. Anzi spesso abbiamo ricevutoo messaggi di fumoso ottimismo, quando non di evidente fastidio. Ora – concludono – è arrivato il momento, per tutti di assumersi le proprie responsabilità»