Terni, accordo con i tedeschi: l'acciaio
torna a ThyssenKrupp. Per ora

Terni, accordo con i tedeschi: l'acciaio torna a ThyssenKrupp. Per ora
di Vanna Ugolini
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Domenica 1 Dicembre 2013, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 13:27

TERNI passata da tredici minuti la mezzanotte quando Outokumpu mette on line il verdetto: Ast, insieme a Vdm, viene ritirato dal mercato e torna a ThyssenKrupp. La lussemburghese Aperam, che sembrava a un passo dall'acquisto di Ast, resta a bocca asciutta. È il colpo di scena di una trattativa cominciata quasi due anni fa, che sta mettendo a dura prova uno dei maggiori siti integrati dell'inossidabile in Europa, l'Ast di Terni, rimasto invischiato in un interminabile progetto di fusione tra i tedeschi di Inoxum (gruppo ThyssenKrupp) e i finlandesi di Outokumpu.Il ritorno a ThyssenKrupp è prima di tutto un'operazione finanziaria per evitare il tracollo delle acciaierie finlandesi, accettato dai tedeschi non tanto per un ritorno di interesse a Ast e Vdm (dall'inossidabile i tedeschi sono ormai usciti) quanto per non essere trascinati nel buco di bilancio di Outokumpu.

L'operazione di fusione con la tedesca Inoxum è diventata, infatti, per i finlandesi una trappola micidiale: sono rimasti ingabbiati tra regole della commissione Antitrust antiquate e obsolete che gli hanno imposto di cedere una parte degli impianti acquisiti dopo la fusione per non superare il 51 per cento di produzione in Europa; una crisi economica senza precedenti che ha spinto ai minimi termini le offerte di mercato per l'acquisto di Ast e Vdm; una gestione manageriale inadatta a fronteggiare un'operazione di questo tipo che muove un mare di soldi e coinvolge le relazioni tra Stati. Outokumpu non è riuscita a uscire dall'impasse: l'unica vera offerta per Ast era quella di Aperam e con quei soldi (dagli 80 ai 120 milioni più una parte del debito di Ast, secondo fonti ufficiose) Outokumpu non ne sarebbe uscita fuori indenne.

Fra l'altro anche l'offerta per Vdm era la metà di quello che chiedevano i finlandesi. Dunque, dietrofront, dai tedeschi, che sono quelli che escono meglio da questa storia e poche ore dopo, in conference call dichiarano: «Investiremo su Ast e Vdm, poi cercheremo la migliore soluzione», aprendo subito le porte ad altri scenari che non escludono che, a breve, Ast torni in vendita sul mercato.

LA BUONUSCITA

I tedeschi si riprendono Ast e Vdm in cambio della cancellazione del titolo di prestito, una sorta di fido posto sulla transizione di Inoxum a Outokumpu, del valore di 1,3 milioni di euro. Inoltre si prendono anche una sostanziosa buonuscita: cedono, come era previsto dall'accordo con Outokumpu, il 29,9 per cento delle azioni che ancora avevano in Inoxum, che ora è, di fatto, tutto in mano ai finlandesi, ad un gruppo di investitori istituzionali, in particolare Solidium, la partecipata statale di Outokumpu, costretta ad aumentare le sue quote in Outokumpu. «In questo modo il debito di Outokumpu scenderà a 650 milioni di euro e la liquidità del gruppo verrebbe rafforzata anche grazie a un finanziamento delle banche di 500 milioni di euro per tre anni».

I tedeschi sono soddisfatti. Con l'uscita da Outokumpu perdono 305 milioni «compensati da una maggiore stabilità di bilancio». I finlandesi anche: così si salvano. L'operazione si perfezionerà entro marzo, dopo l'approvazione dell'Antitrust.