Decimo corto muso stagionale e quinta vittoria di fila per la Lazio. Non può non essere soddisfatto quindi Maurizio Sarri dopo il triplice fischio dell'Olimpico: «Questa è una vittoria che ci dà soddisfazione perché il livello di difficoltà era elevatissimo. Il Lecce è una squadra che soffriamo e c'era il rischio post derby, avevamo speso tante energie mentali. Le partite alle 12:30 sono un'imboscata. E poi c'èra la questione campo, sul terreno dell’Olimpico non si può giocare a calcio, ci sono punti senza erba. In un coefficiente da 1 a 5 darebbero zero al terreno dell'Olimpico. C’erano 2000 motivi di preoccupazione per questa partita. Abbiamo corso rischi nel primo tempo, ma nella ripresa abbiamo alzato i ritmi e siamo arrivati al risultato».
Lazio, le parole di Sarri
Ora il tecnico ha ritrovato davvero la sua squadra: «Sembra che siamo in crescita, anche se nel primo tempo mi sono preoccupato. Forse non abbiamo ancora una mentalità al 100%, ma ci sono segnali buoni». Sono stati ottimi invece quelli di Felipe Anderson come punta centrale: «Felipe è un giocatore che dal punto di vista del potenziale è da grandissimi club. Sono innamorato di lui. Solo vederlo correre mi soddisfa anche esteticamente. Giocatori in scadenza? È una storia italiana.
Sulla Supercoppa: «Tutto fuorché calcio»
Infine la stangata alla Supercoppa che vedrà protagonista la Lazio: «Questo è tutto fuorché sport. Prendi i soldi e scappa, tutto ciò che si può prendere in modo miope. La finale di FA Cup è la più vista al mondo e si gioca da 120 anni a Wembley. Con tutti i problemi di calendario, si fa una Supercoppa a quattro. Altera tante situazioni. Se il calcio moderno si evolve così, io sono contento di essere vecchio. Comunque cercheremo di tirare fuori tutto quello che abbiamo. Questi trofei servono agli allenatori per dire che hanno vinto qualcosa rispetto alle società. Io voglio vincere quelli che servono a quest'ultima. Dal momento però che faremo 6mila chilometri ce la giocheremo. Avremo anche l'avversario peggiore».
Infine il pensiero su Eriksson: «In questi casi non c'è molto da dire. Il suo coraggio è ammirevole perché rivelare una cosa del genere costa tanto. Parliamo di un personaggio straordinario e spero che lui viva altri vent'anni».