Si apre un pertugio europeo e ci s’infila l’
Hellas. Il tre a due del Bentegodi è un messaggio al
Milan, che pareggia a Ferrara e vede il
Verona nello specchietto retrovisore, lì a -1. Se lo meritano, quelli di
Juric (squalificato, in panchina il vice Paro) il successo sul
Parma. È una partita, quella del
Bentegodi, in cui per agonismo ci si equivale. Però se gli emiliani vanno soprattutto di fiammate, armandosi come sempre di difesa e contropiede, i padroni di casa menano di più le danze, sono maggiormente costanti, trasmettono una sensazione netta di solidità. Tanto turnover, di qua e di là. Non a caso, forse, il Verona la spunta tramite i cambi: dentro
Zaccagni che segna il 2-1 («Può ambire alla Nazionale», così Juric alla vigilia sul 25enne romagnolo, 2 gol e 7 assist stagionali) e dentro
Pessina che castiga definitivamente una retroguardia avversaria troppo scoperta.
Mossa di
D’Aversa, dall’inizio, un uomo quasi sempre addosso ad
Amrabat. Funziona solo in parte, perché il Verona è pieno di alternative (vedi
Veloso e, a livello generale, la ripresa ben giocata anche senza punte di ruolo) e soprattutto fa quasi sempre male quando trova le fasce per metterla in mezzo cambiando il fronte. Okay, nel Parma, il futuro bianconero
Kulusevski (settimo graffio in campionato, più sette assist), male invece la panchina perché
Gervinho e
Kurtic non mettono le unghie sul match. Nella corsa di provincia all’Europa, l’Hellas mette la freccia. E dopo essere parso stanco col
Sassuolo, dimostra di avere ancora energie e una rosa che può dare garanzie. Al prossimo giro, Zaccagni e soci fanno visita al
Brescia: il Parma, invece, ospita la
Fiorentina.
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