Paulo Dybala, sostiene José Mourinho, ha forse venti o trenta minutini nelle gambe. Pochi. La Joya spinge, Mourinho frena ma è tentato, molto tentanto. Perché giocare una partita così senza il suo migliore calciatore è difficile, ma pensare di perderlo subito o non averlo al meglio sarebbe deleterio. Paulo si è allenato anche ieri, ma giocava da fermo, calciava non benissimo e spesso si toccava la caviglia. Non ha provato nemmeno le punizioni. O siamo alle prove teatrali, nel pieno della finzione, oppure Paulo ha davvero pochi minuti nelle gambe, che non possono essere “spesi” a inizio gara. Lo scorso anno, a Tirana, José ha sfidato la sorte: ha schierato Mkhitaryan nonostante avesse saltato le ultime cinque partite di campionato. Micki poi, è durato poco, appena diciassette minuti. Paulo non appare tra i titolari dalla sfida di andata contro il Feyenoord e dal Bergamo in poi ha giocato solo trentacinque minuti. Mou deve capire se e quando sfruttare quei trenta minuti, che poi saranno necessariamente di più. Lui è il vero intrigo della vigilia, tra pretattica e questioni vere di salute, più che altro di condizione fisica. El Shaarawy, al contrario, è in palla e lo si è visto anche a Firenze. La classe di Paulo o ElSha sarebbe messa a disposizione di Abraham, centravanti scelto per l’occasione, su di lui grossi dubbi non ce ne sono. «La Champions League è una competizione che rischi di poter vincere solo una volta nella vita, io ho vinto tanto con la Juventus, ma rimpiango ancora quella sconfitta in finale a Cardiff. Sarebbe un qualcosa di gigantesco scrivere la storia della Roma», così Paulo. Che è in forse, ma Lorenzo Pellegrini c’è e ci sarà. «Siamo abituati a dare il massimo, grazie a Mourinho che è una persona attenta sia sul lato calcistico che in quello umano. Lui sa come spingerci oltre. Abbiamo dato tutto per essere qui a Budapest, lo abbiamo fatto anche in altre competizioni ma non è bastato. Questa finale è il coronamento di questo percorso difficile ma bello che abbiamo fatto tutti insieme», le parole di Lorenzo, dalla pancia dell’Arena Puskas. Pellegrini ha incassato, insieme con Mancini, il discorso fatto da Mourinho, sia sulla partita di stasera sia sul futuro del tecnico. Il capitano tace. «Ci siamo parlati con onestà e queste cose rimangono tra noi. Parlerà lui del suo futuro. Il colloquio ci ha lasciati carichi per questa finale». Mou pensa a una partita difensiva, contro una squadra di palleggiatori.
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LA TATTICA E IL PULLMAN
Magari non vedremo la Roma di Leverkusen, ma di sicuro sarà una squadra solida, compatta, pronta a fare male in ripartenza. «Ci viene da ridere quando sento parlare di pullman davanti alla porta.
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