ROMA «Sarà a Roma la vera finale, non a Tirana». José Mourinho infiamma l'ambiente, il pareggio rimediato in casa del Leicester è prezioso e apre a qualsiasi epilogo il ritorno all'Olimpico. Lo Special One avrebbe voluto vincere e ipotecare la finale, rendendo il ritorno semplice prassi. Il destino, però, gli ha riservato altro: una partita di fuoco davanti a 65 mila persone: «Sono sicuro che prima di questa gara i tifosi della Roma avrebbero firmato, sorridendo, per giocarsi tutto tra una settimana. Io non sorrido. Questo pareggio già non interessa più a nessuno». Mourinho sente il peso della responsabilità, ma assicura di non essere schiacciato dalla pressione. L'unico pensiero, oggi, va a domenica quando all'Olimpico (praticamente sold-out) arriverà il Bologna: «I tifosi sono incredibili, ma ora dobbiamo pensare anche al Bologna. Dovremo dimenticare la semifinale per tre giorni e mettere tutta la concentrazione sul campionato».
IL VANTAGGIO
Un vantaggio non da poco per l'amico Brendan Rodgers con cui ha scherzato durante le interviste: «Mi ha regalato uno dei vini più buoni al mondo».
Tra i migliori in campo Zalewski («Il giovane esterno sinistro lanciato da Mourinho: «È un ragazzino che è arrivato qui alla Roma a 9-10 anni e adesso gioca in prima squadra. È importante, ma anche bello». Mkhitaryan ha riportato un infortunio al flessore destro, in forte dubbio la sua presenza per il ritorno accanto Cristante: «Ci mancava la continuità. Per stare con le prime quattro bisogna averla tutto l'anno. In Europa possiamo dire la nostra», ha detto il centrocampista.