Roma, Lamela ha detto sì
«Onorato di essere qui, non vi deluderò»

Erik Lamela
di Ugo Trani
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Domenica 10 Luglio 2011, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 18:28
ROMA - Sono felice. Forza Roma. Da via Veneto, nel cuore della capitale, le prime parole da giallorosso di Erik Lamela che subito dopo scender dalla macchina, passato Ponte Duca d’Aosta, per fotografare l’Olimpico, il suo nuovo palcoscenico. Perché il giovane talento argentino è finalmente della Roma che lo ha acquistato dal River Plate, rappresentato in Italia da Daniel Passarella, ex giocatore di Fiorentina e Inter e ora presidente del club di Buenos Aires. Un’operazione da quasi 20 milioni di euro. El Coco ripartirà domani per l’Argentina: convocato per il mondiale Under 20, salterà il ritiro a Riscone e potrebbe tornare dopo Ferragosto. «Si, Lamela è della Roma». A cento metri da Piazza del Popolo, in via Principessa Clotilde, è Daniel Passarella a dare l’annuncio del trasferimento del diciannovenne argentino. Il presidente del River, uscendo dallo studio legale Tonucci che rappresenta la nuova proprietà giallorossa, ufficializza il colpo di mercato di DiBenedetto. Fin qui è l’acquisto più costoso del consorzio Usa. Affare da circa 20 milioni: 12 per il cartellino del giocatore e da versare in due anni, 2 per i bonus (uno da pagare dopo 10 presenze e l’altro dopo 20), 2 per le commissioni ai due manager del ragazzo e 3,6 di tasse, cioè il 25 per cento imposto dal regime fiscale argentino sui trasferimenti internazionale, per un totale di 19,6 milioni. Per il calciatore, invece, contratto quinquennale da 1 milione e mezzo a stagione. Il prezzo di Erik è salito per la «concorrenza feroce», espressione usata da Walter Sabatini nella fase cruciale della trattativa, soprattutto del Napoli.



Si doveva chiudere a 10, ma non è stato possibile. Il diesse giallorosso, però, si tiene stretto il suo giovane campione. Che esalta anche pubblicamente: «L’accordo c’è, abbiamo chiuso per una cifra importante. Ne vale la pena. Si tratta di un calciatore di grandissime prospettive che ha già fatto vedere cose di primo piano. Se un ragazzo così giovane si esprime a questi livelli in una squadra come il River Plate e tra l’altro in una stagione disgraziata per un club così prestigioso, abbiamo ampi margini di tranquillità». «Sono felice. Sono contento. Forza Roma». Flash sul bambino, in pieno centro. Lamela ha la cresta come il brasiliano Neymar, l’altro crack sudamericano, il gel tra i capelli e l’orecchino come tanti ragazzi. Non si toglie quasi mai i suoi occhiali, a specchio. E’ alto e magrissimo. Ha una camicia grigia a maniche corte e con bordini bianchi, il borsello a tracollo come altri suoi colleghi, i calzoni lunghi e larghi alla moda e l’orologio vistoso perché bianco. Dopo un giorno e mezzo vissuto in incognito alla periferia sud della capitale, sulla via Pontina, Erik scopre la sua nuova città, il centro storico, passando da Piazza del Popolo in via Veneto, dove nella strada della Dolce Vita brinda, a metà pomeriggio, alla firma che certifica la sua avventura in giallorosso. E con poche parole esprime la sua gioia per il trasferimento. In macchina, poco prima delle 19, supera Ponte Duca d’Aosta. Ali appare davanti l’Olimpico. Sosta obbligata e foto da turista. Al suo nuovo stadio. Su Twitter racconta le prime sensazioni. «Sono onorato. Mi piace tanto l’idea di poter giocare con la Roma. Grazie a tutti per l’appoggio e l’amore che mi date costantemente, non vi deluderò». Il messaggio è tutto per il popolo giallorosso. Lamela, dopo le visite mediche sostenute nel tardo pomeriggio al Policlinico Gemelli (più di tre ore), avrebbe dovuto presentarsi ai nuovi tifosi ai microfoni della Rai, di Mediaset e di Sky. Una brillante idea del nuovo ufficio stampa, anche per far conoscere il giocatore che domani mattina ritornerà in Argentina e che forse tornerà tra un mese, essendo convocato con la nazionale per mondiale Under 20 che si svolgerà in Colombia dal 29 luglio e che si concluderà il 20 agosto. Ma i dirigenti hanno bloccato l’iniziativa.



El Coco non è ancora un tesserato della Roma. Cioè il suo contratto per ora non sarà depositato. L’argentino è extracomunitario e il club giallorosso non può sfruttare il posto lasciato libero da Adriano. Tempo scaduto per riempire la casella del brasiliano finito al Corinthians. Adesso si aspetta che Lamela entri in possesso del passaporto spagnolo: i suoi procuratori si sono impegnati a farlo avere alla Roma in pochi giorni. Ma, comunque, non c’è fretta. E anche se Sabatini nelle prossime ore dovesse cedere Barusso al Sion (per andare in Svizzera il centrocampista chiede un incentivo), aspetterà a tesserare l’argentino. Preferisce che abbia lo status da comunitario, in modo da potersi giocare il posto, comunque ancora da liberare, con un altro straniero. Se la Roma vorrà sfruttare anche la seconda casella, dovrà poi cedere un altro dei suoi extracomunitari all’estero, uno tra Vucinic, Pizarro e Simplicio. Non Juan: il brasiliano è un punto fermo. L’incontro conclusivo, iniziato in mattinata, si è svolto allo studio Tonucci. Presenti Passarella, arrivato dall’Argentina via Barcellona, il legale del River, Daniel Crespo, e il segretario del club di Buenos Aires, Daniel, Bravo, l’avvocato dei bostoniani, Baldissoni, oltre a Sabatini, Fenucci, Lamela, accompagnato dal padre che è proprietario del 20 per cento del cartellino e dai suoi due manager Rebasa e Paz. A pranzo, il colpo di DiBenedetto è servito. Per la felicità di papà Josè: «Mio figlio è della Roma. Siamo contentissimi. La passione dei tifosi è davvero coinvolgente»
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