ROMA Sono 27, non 26, anche i siti specializzati sulle statistiche, a volte, sbagliano. Dare ad Abraham quel che è di Abraham. Che non è nemmeno poco, poi. I gol sono importanti, lui vive di questo e la Roma, per questo, è felice: ha un attaccante che si sbatte per la squadra e fa il suo dovere, segnare. E ora vale cifre da capogiro. La sfida con Dessers, bomber del Feyenoord, è nei suoi pensieri, ma ora il rivale è avanti di un gol, con solo una partita - e che partita - a disposizione per il controsorpasso. Ma a questo punto, che vuoi che sia un gol. Come dice Mou, conta la finale, non bisogna guardare la storia della Roma.
Torino-Roma, le pagelle: Pellegrini e Abraham trascinano la squadra (7,5), Zaniolo entra bene (6,5)
Tammy deve pensare ad alzare la coppa, anche da vice-capocannoniere.
Dybala, lacrime e addio: la corsa (difficile) della Roma tra il nodo ingaggio e i sogni di Mourinho
Finale, una parola che ha sapore agro-dolce per Tammy. Ha vinto la Champions lo scorso anno, ma da attore non protagonista: perché contro il City di Guardiola, Tuchel non lo aveva nemmeno convocato. Tammy, quella Champions, l'ha vista spesso dalla panchina. Gli rimane il trofeo addosso ma senza troppi sorrisi, tanto che alla fine è scappato da Londra, con l'idea di tornare per prendersi qualche rivincita. Quella con la Roma, che giocherà mercoledì, la sente molto più sua, e non solo per i nove gol segnati in Conference. Sua perché Roma è un po' sua, lo sarà anche quando deciderà di fare altre esperienze e di vincere veramente una Champions tutta sua. Farlo con la maglia giallorossa e con Mourinho, che lo ha voluto fortemente qui, sarebbe il suo sogno. E davanti ai sogni, mai chiudere la porta. Ma la strada è lunga, ci vuole pazienza.