Lazio, Pedro: «Noi in Champions per rimanerci, qui mi sento amato. La Roma? Ho segnato nel derby...»

L’attaccante è pronto a ripartire: «Siamo forti, possiamo fare meglio del quarto posto»

Lazio, Pedro: «Lazio in Champions per rimanerci, qui mi sento amato. La Roma? Ho segnato nel derby...»
di Alberto Abbate
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 07:11

dal nostro inviato
MANAVGAT Un campione senza età e senza tempo. I ragazzini mica riescono ancora a stargli dietro. Ringhia in ogni contrasto, sguscia con la palla come un trottolino, mira e trova sempre l'incrocio, neanche fosse una delle tanti finali giocate in Champions. Eppure Pedro ha vinto tutto, questa è solo l'ultima partitella di un allenamento nel mini-ritiro turco. Esce zuppo dall'Emirhan Spor Kompleksi sotto il diluvio, ma ha ancora tanto fiato. A 35 anni sembra un niño, invece è un monumento del calcio alla Lazio.
Qual è il suo trucco?
«Il lavoro in ogni seduta. Così in partita riesco a dare il massimo per me e per la Lazio. Mi sento a mio agio con questa squadra, con l'allenatore, lo staff, insomma dentro lo spogliatoio. E anche l'affetto dei tifosi mi fa rendere al top. Qui sto bene, mi sento amato».
Quest'estate le era scappata la parola scudetto, ora la Lazio riparte dal quarto posto. Può addirittura fare meglio?
«Sì, perché abbiamo enormi margini di miglioramento. Il girone d'andata è stato buono, ma non abbiamo chiuso nella posizione che volevamo. Siamo ancora arrabbiati per la gara persa contro la Juve, ci rifaremo. Dobbiamo continuare così, ripartire subito e trascinarci l'entusiasmo di questo ritiro a gennaio. Molte big possono accusare le fatiche degli uomini impiegati al mondiale, noi sfrutteremo ogni passo falso».

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Non serve un aiuto dal mercato per competere lì in alto?
«Non lo so, ma questa Lazio è già forte così. Perché i nuovi acquisti estivi si sono ambientati adesso, sono cresciuti sia a livello di mentalità che dal punto di vista sportivo. Questo è un bel messaggio sia ai nostri tifosi che alle altre concorrenti del campionato».
Luis Alberto è suo amico, si parla di nuovo di un addio. Si può trovare un compromesso fra la sua voglia di giocare di più e le esigenze di Sarri per il bene della Lazio?
«Il Mago è tranquillo, sta lavorando bene e per noi è molto importante. Io gli ho detto che deve rimanere qui perché ha la qualità per farci fare il salto. Non so se con il mister non parla o parla troppo, ma ora è concentrato e lo ha dimostrato con il gol al Galatasaray che lotta per il gruppo. Poi non so quali siano le sue intenzioni né quelle della società a gennaio. Io me lo terrei stretto».
Luka Romero ha il suo veleno, sembra il crack da lei annunciato.
«Deve mantenere questa voglia di arrivare a ogni costo e non fermarsi mai. Siamo compagni di camera, io ci parlo parecchio. Ha la mentalità giusta perché entra in campo, anche pochi minuti, e vuole sempre spaccare il mondo. Lo avete visto contro il Monza, ha fatto gol, si è mangiato la porta e ha regalato 3 punti fondamentali alla Lazio. Deve continuare così quest'anno, crescere ancora perché può diventare un campione in futuro».
Inutile girarci troppo intorno, i tifosi sono in ansia e non vogliono conoscere un altro destino: Pedrito rimane alla Lazio?
«Non ho detto che andrò via, ma solo che questo non è il momento di parlare di rinnovo.

L'ho ribadito negli ultimi giorni al presidente perché non voglio deconcentrarmi nei prossimi tre mesi dall'obiettivo prioritario della Champions in campionato. Poi vedremo che faremo anche in Coppa e in Conference, è troppo presto».

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Eppure Lotito non ci pensa proprio a una separazione, considera il contratto già rinnovato perché c'è un'opzione di un anno a favore della Lazio.
«Sì, lo so, ci parlo di continuo, lui mi vuole e apprezza tantissimo, questo mi rende orgoglioso e onorato. Gli sono riconoscente e lo stimo, perché sta facendo grandi cose alla Lazio. Ha una visione vincente, sta costruendo una squadra che nei prossimi anni rimarrà costantemente in Champions. Io sono convinto che centrerà il risultato. Perché, lo ripeto, questa squadra ha un avvenire assicurato».
Come hanno fatto invece la Roma e Mourinho a privarsi di lei così a cuor leggero?
«Tutti sanno quello che è successo, la società ha preso la sua decisione e io sono felicissimo di essere approdato alla Lazio. E nei derby ho segnato pure contro: che c'è di meglio?»
Andiamo in Qatar, la Spagna fuori ai quarti e l'addio di Luis Enrique: cosa non è andato?
«È un peccato, avevo molto fiducia in questa Nazionale giovane e con un gran bel gioco. Il Marocco ha dimostrato d'essere una formazione tosta da affrontare, solida dietro, come in tutto il mondiale, la Spagna alla fine è caduta ai rigori, una lotteria nel calcio. Comunque dovremo aspettare poco, sicuramente fra 4 anni il gruppo sarà più forte e maturo. Rimane però il rammarico perché potevamo arrivare in finale già quest'anno».
Milinkovic invece con la Serbia è uscito subito. È deluso perché questo mondiale poteva e doveva dargli risalto. Juve e Arsenal lo corteggiano, quale consiglio daresti ora che è in scadenza nel 2024: rinnovo o salto in una grande del calcio europeo?
«Ci ho parlato oggi, è qui da otto anni e mi auguro rimanga ancora a lungo. Non so che deciderà, non so quale sia la sua ambizione, queste decisioni ognuno le sente e le prende, guardandosi dentro. Qui non è uno dei tanti e i tifosi lo considerano un idolo. Io vorrei che continuasse a vestire la maglia della Lazio per crescere come squadra di anno in anno, ma non so cosa sceglierà lui nel momento decisivo. Sicuramente Sergio ama la Lazio, lo ha dimostrato sempre, ogni stagione ha fatto benissimo. Non a caso, è uno dei migliori del campionato italiano».

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Tiferà per il suo amico Messi in finale?
«Ovviamente sì, se lo merita per chiudere al meglio una carriera perfetta. Gli manca solo il mondiale e spero riesca a vincerlo. Forza Leo».
 

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