Un po’ meglio la Lazio (almeno nelle occasioni da gol), mentre la Roma non affonda ed esce dall’orribile gara di Praga con un po’ di dignità e con una prestazione fatta di concentrazione e agonismo. Il punticino, Sarri e Mou, se lo fanno bastare: il primo pareggio nel confronto romano tra i due allenatori.
Sarri e Mourinho non si fanno male
La nottata è passata senza “incidenti”, senza contraccolpi e prospettive nefaste.
La partita
Nel primo tempo, la Roma parte subito bene, con un approccio diverso rispetto alle tremende partite con Inter e Slavia. Pressing alto, sovrapposizioni (specie dal lato di Spinazzola) e un paio di conclusioni pericolose, una di Lukaku, di testa e una di Karsdorp (annullato anche un gol a Cristante, per fuorigioco). La Lazio aspetta, come ha fatto nei precedenti derby, il possesso palla è lento e a volte prevedibile, ma la formazione di Sarri riesce a rendersi pericolosa almeno in tre occasioni, due con Luis Alberto: il suo primo tiro, da fuori area, si stampa sul palo, il secondo, da dentro l’area, viene sparato alto. Rui Patricio costretto agli straordinari, invece, su un colpo di testa di Romagnoli. Nella ripresa si vede davvero poco, le due squadre - col passare dei minuti - quasi tendono a non farsi male. Si percepisce la volontà di accontentarsi. Nemmeno i cambi danno la svolta. Sarri tiene in campo Felipe più del lecito, l’apporto del brasiliano è nullo. Enttra Vecino, tira in porta e si fa male. Assenti per la Roma, invece, sono stati sia Lukaku sia Dybala, mentre Azmoun è stato mandato in campo a una decina di minuti dalla fine. La vera vittoria alla fine sta nelle battute d’arresto di Milan, Napoli e Atalanta: ed ecco perché il punto, sia Mou sia Sarri lo possono benedire. E alla fine, dopo le polemiche dei giorni scorsi, si abbracciano e sorridono. E’ passata la nottata.