Roma a Budapest, Mourinho è in ansia per le condizioni dei tre assi Dybala, Smalling e Wijnaldum

Si avvicina l’ultimo atto di Europa League

Roma a Budapest, Mourinho è in ansia per le condizioni dei tre assi Dybala, Smalling e Wijnaldum
di Stefano Carina
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Giovedì 25 Maggio 2023, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 08:57

ROMA Da un lato il malumore di José. Dall'altro le condizioni della spina dorsale di qualità e esperienza della squadra (Smalling-Wijnaldum-Dybala) che per motivi diversi non è in condizione. Come se non bastasse, in mezzo una partita, quella di sabato a Firenze, che a Trigoria si sarebbero volentieri risparmiati. Senza contare poi le voci e le indiscrezioni riguardanti il futuro dello sciamano portoghese che s'intrecciano con chi per natura ama guardare sempre al bicchiere mezzo vuoto (campionato fuori dalla Champions) anziché pieno (due finali europee in 2 anni quando nei 94 precedenti erano state tre). Sei giorni a Budapest e l'avvicinamento è logorante. Per la tifoseria che dopo aver fatto man bassa dei biglietti messi a disposizione ora ha difficoltà a spostarsi nella capitale ungherese; per la squadra che più passano le ore più acquisisce la consapevolezza di giocarsi molto. Difficile fotografare il momento meglio di quanto ha fatto Mou nel post-Salernitana: «Ci sono allenatori, giocatori e club che giocano una finale europea nella vita e sono già fortunati. Immaginate i miei ragazzi a giocarne due di fila».

Mourinho critica il mercato e i social si spaccano. Il suo futuro resta incerto, dopo la finale di Budapest farà chiarezza

ASSE IN BILICO

Farlo con l'asse Smalling-Wijnaldum-Dybala in campo, regalerebbe altre certezze.

Non perché la Roma non abbia già dimostrato di trovare nuova linfa nelle difficoltà e nelle assenze ma poi si arriva ad un certo punto dove devi giocarti le tue chance con le carte migliori. E ad oggi, questo non è possibile. Smalling è rientrato nell'ultimo quarto d'ora contro il Leverkusen e con la Salernitana ha dimostrato sui due gol subiti che inevitabilmente il mese di stop va smaltito. Quello che sta vivendo sulla sua pelle Wijnaldum. L'olandese ha anticipato il rientro rispetto al difensore al match d'andata contro i tedeschi (11 maggio). Quindici minuti all'Olimpico, titolare per 53 minuti a Bologna, un tempo in Germania e altri 66 minuti contro la Salernitana. Un totale di 179 minuti nei quali non si è vista nemmeno l'immagine sbiadita del centrocampista che contro la Sampdoria e nella trasferta a Torino aveva dato incoraggianti segnali di ripresa dopo la traumatica frattura della tibia avvenuta in estate.

Roma, per Mourinho conta solo la finale di Europa League. Ma così si rischia di restare fuori da tutto. Pari 2-2 con la Salernitana

LA RINCORSA

E poi c'è Paulo, che merita un capitolo a parte. Perché il tira e molla tra chi dispensa certezze sull'impiego alla Puskas Arena e José in versione pessimista («Come sta? Male. Non sono ottimista per Budapest») rischia di creare un cortocircuito. Per certi versi sembra di rivivere quanto accaduto lo scorso anno a Tirana con Mkhitaryan. L'armeno aveva un problema muscolare, Dybala traumatico. Calendario alla mano, c'è il forte rischio che l'argentino (ieri a Trigoria per terapie e sedute ad personam) arrivi al 31 maggio con appena 35 minuti disputati nelle ultime 8 partite. Sì, perché anche a Firenze, l'orientamento è di non rischiarlo. L'entrata killer di Palomino, datata ormai 24 aprile, non è stata smaltita e piuttosto che rischiare (per mettergli minuti nelle gambe) che prenda un altro colpo, Mou ha deciso di preservarlo. Oggi, con il media-day, se ne saprà di più. Allenamento aperto e José parlante. Accade, ormai, quando succede, una volta l'anno. Come la finale da disputare.
 

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