Canovi: «Troppa omertà, ci sono agenti che comprano le procure»

Canovi: «Troppa omertà, ci sono agenti che comprano le procure»
di Eleonora Trotta
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Venerdì 21 Maggio 2021, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 15:33

Pressioni sulla famiglia, da direttori sportivi, presidenti e compagni di Nazionale. Piccole o grandi degenerazioni dei metodi utilizzati da alcuni agenti per acquisire nuovi mandati di rappresentanza e accrescere, di riflesso, i propri guadagni. «È un fatto ormai risaputo, in questo momento molti agenti comprano le procure. Ma siccome nel calcio esiste un clima omertoso, nessuno lo dichiara» spiega l’avvocato Dario Canovi, agente Fifa e storico conoscitore delle dinamiche del calciomercato. «Posso dire - prosegue - che il padre di un giocatore x ha preso i soldi da un procuratore perché mi è stato raccontato, ma ovviamente non posso dimostrarlo».


Ed è solo uno dei sistemi
«Le tecniche sono tante. Ad esempio, c’è il fratello di un giocatore della Nazionale che procaccia diverse procure in favore dell'agente per cui lavora. Un pò come accadeva ai tempi di Moggi… Adesso lavorano soprattutto intermediari vicini ai club e che, in sede di trattativa, rappresentano le tre parti contraenti (calciatore, società cedente e acquirente). Queste procedure sono state adottate in passato e non si interromperanno. Ricordo un episodio legato a Di Vaio. Lo avevo proposto alla Roma ma l'allora presidente della Salernitana mi disse che non poteva venderlo perché aveva fatto la campagna abbonamenti con lui protagonista. Alla fine, la Roma prese Bartelt ma qualcuno aveva detto ai parenti di Di Vaio che l'operazione con i giallorossi saltò perché la mia intenzione era quella di portare l'argentino nella Capitale.

Una storia incredibile...».

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La novità di questo mercato riguarda soprattutto le tempistiche
«Sì, non a caso il cambio agente interviene spesso in prossimità del trasferimento, a volte su input di un direttore sportivo. Si ricorre a questo sistema perché i soldi sono tanti e le commissioni ingentissime».

Ora, ci sono delle indagini in corso
«Non c'è mai stata la volontà della Figc di approfondire. Basti pensare che è stata cambiata una norma del Coni che toglie ogni serietà e che permette agli agenti domiciliati di operare come quelli che hanno sostenuto un durissimo esame in Italia. In sintesi, ci sono procuratori bocciati alla prova che si sono iscritti ad una federazione straniera per poter esercitare la professione. Le federazioni estere, tra l’altro, non chiedono neanche la presenza fisica. Ma solo il pagamento della registrazione tramite bonifico. Quindi, mi chiedo, ammesso che ci sia il fratello di un giocatore della Nazionale che lavora con un procuratore, che indagine può fare la Figc quando esiste una norma come questa?».

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