AZ Alkmaar-Lazio, Sarri: «Niente alibi, io voglio vincere tutte le partite. Ma il derby...»

Le parole di Maurizio Sarri in conferenza stampa

AZ Alkmaar-Lazio, Sarri: «Niente alibi, io voglio vincere tutte le partite. Ma il derby...»
di Valerio Marcangeli
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 19:42

Il derby sarà anche la priorità, ma Sarri vorrà una squadra pronta a dare il massimo per passare il turno di Conference League contro l’AZ, a prescindere dalla tradizione. Per il tecnico della Lazio non ci saranno scuse: «Niente alibi, pensiamo a metterli in difficoltà». Ecco il resto delle sue parole durante la classica conferenza stampa della vigilia direttamente dall’AFAS Stadion.

Quanto la disturba il fatto che tutte le italiane hanno fatto bene in Europa e la Lazio no per ora?

«Vuol dire che siamo peggio delle altre, c’è poco da fare commenti.

Penso che prima di pensare di far bene in Europa tocca farlo in Italia. Parlo per tutte le squadre e il Napoli è un esempio da questo punto di vista. Chiaro che la grande valutazione della squadra che farò a fine anno sarà sul campionato più lungo. Domani vediamo di migliorare e metterli in difficoltà per passare il turno».

Opportunità o passaggio verso il derby?

«Se si parte con la testa a un’altra gara l’opportunità non esiste e vai fuori di sicuro. L’unico modo per cercare di passare il turno è arrivare qui motivati e con senso di coinvolgimento altrimenti non ci sono possibilità».

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Sulle dichiarazioni post Bologna riferite al derby…

«Ho detto che darebbe più gusto a me. Le partite le voglio vincere tutte. Parole controproducenti? Uno che prende centinaia di migliaia di euro al mese non può permettersi certi alibi. Smettiamola di dire cazzate dando degli imbecilli ai giocatori. A volte sbagliano le partite come succede a tutti, escluso qualche fenomeno. Penso che i giocatori la pensino come comunque: ci sono gare che ti danno più giusto, ma ora dobbiamo pensare a quella di domani».

Sulle insidie…

«Loro quando rubano palla nella metà campo avversaria sono pericolosi in pochi secondi. All’andata hanno sfruttato bene ciò che gli abbiamo concesso, ma quando si difendono bassi ci concedono molto, anche se noi non le abbiamo sfruttate bene. Penso che il filone sia lo stesso».

 

Pensa che l’Europa stia incidendo anche sul campionato?

«Ho sentito un commento in questi giorni in cui veniva detto che le squadre in zona Champions sono a basso punteggio. La proiezione quest’anno sarebbe di 71 punti, lo scorso era 70. Qualcuno, pur di commentare, sfida la matematica. Il percorso è lo stesso. Quella del Napoli è un’anomalia vissuta già con la Juventus qualche anno fa. Il nostro campionato è competitivo, un po’ meno rispetto alla Premier League, ma perché la differenza economica è netta. Le italiane però in Europa fanno bene, lo scorso anno hanno vinto qualcosa e quest’anno c’è la possibilità di averne tre tra le migliori otto. Il nostro livello non è così basso, la Nazionale ha vinto un Europeo. Però pensare oggi che il movimento calcistico sia rappresentato da una Nazionale è difficile. In ogni campionato ci sono tanti stranieri».

Sui possibili cambi…

«Quando parli di una competizione a eliminazione diretta c'è sempre la possibilità di uscire. Abbiamo avuto pochi infortuni muscolari. Noi dal 4 gennaio giochiamo ogni 3-4 giorni e questo comporta dei decadimenti, ma io parlo di cose che non interessano più a nessuno, come posso dire che questo campo è osceno. Sono l'unico dinosauro che guarda queste cose nel calcio. I cambi si faranno in base a quello che abbiamo visto questi giorni e in base a ciò che ci dice il medico».

Come stanno Luis Alberto e Milinkovic?

«A Bologna abbiamo avuto i numeri più elevati di questi due anni. Luis ha avuto questo episodio, un problema gastrico, però in allenamento l'ho visto abbastanza ripreso. Milinkovic nelle ultime cinque ne ha fatte tre, ma quale sia la scelta più giusta in questo momento non lo so. Milinkovic andrà anche in Nazionale. Mi viene da ridere se penso ancora alle Nazionali. Ho la fortuna di essere vecchio e vicino a smettere.

Infine su Immobile…

«Non ho novutà perché era ancora in clinica quando siamo partiti».

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