Roma-Lazio, De Rossi: «Emozionato per il derby, ma c'è voglia di rivalsa. A Lecce subito un danno»

Il tecnico in conferenza: «Con gli anni ero diventato abbastanza bravo a gestirla. Al di là del ruolo credo sia un vantaggio dell’età»

Roma-Lazio, De Rossi: «Emozionato per il derby, ma c'è voglia di rivalsa. A Lecce subito un danno»
di Gianluca Lengua
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Venerdì 5 Aprile 2024, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 06:52

Daniele De Rossi si approccia al suo primo derby da allenatore: «Con gli anni ero diventato abbastanza bravo a gestirla. Al di là del ruolo credo sia un vantaggio dell’età. Sono tranquillo ed emozionato. C’è un passato non positivo nei derby, zero gol negli ultimi 3 o 4 derby. C’è una voglia di rivalsa, va alimentata», ha confessato alla vigilia. Il tecnico poi torna sul rigore non concesso a Zalewski a Lecce: «Abbiamo subito un danno». Ecco le parole del tecnico in conferenza stampa. 

Quanto cambia da allenatore questa sfida?

«Cambia.

Con gli anni ero diventato abbastanza bravo a gestirla. Al di là del ruolo credo sia un vantaggio dell’età. Sono tranquillo ed emozionato. I ragazzi la stanno approcciando bene, lavorano bene, diamo equilibrio, ma non andiamo troppo oltre per non disperdere energie troppo presto e arrivare in campo troppo carichi». 

Un paio di ricordi dei derby?

«Ci sono tante notti fantastiche, altre meno belle. Non puoi pretendere che ci siano solo momenti positivi. Ricordo il primo in cui Mancini ha fatto gol di tacco. A fine partita pensavo di essere l’uomo più felice del mondo, avevo 20 anni, sono cose che non dimentichi. In mezzo ce ne sono talmente tanti che un episodio è riduttivo. Ricordo quando lo soffrivo nei primi anni, entravo in campo un po’ teso. Negli anni poi ho iniziato a giocarli, i primi tre o quattro non li giocavo veramente». 

Conoscere le sensazioni rende la partita più facile?

«Devi preparare una partita normale che non ha conseguenze normali. Non si porta lo stesso stress di un Roma-Sassuolo. C’è un passato non positivo nei derby, zero gol negli ultimi 3 o 4 derby. C’è una voglia di rivalsa, va alimentata, ma non andare troppo oltre perché c’è una partita di calcio contro una squadra forte come la Lazio. Dovremo essere lucidi per essere una squadra di calcio anche noi». 

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Come stanno i suoi attaccanti. Nelle ultime partite avete segnato poco, come mai?

«Con il Lecce, che è stata la peggiore che abbiamo fatto, abbiamo creato delle occasioni da gol. Non abbiamo trasformato delle situazioni, ma anche il Lecce ha creato. Può succedere in una partita. Non ci sono problemi riguardo i nostri attaccanti, stanno tutti bene tranne Azmoun. In tutte le partite non si fa solo gol con gli attaccanti, ma si fa gol con la squadra. Ogni volta che abbiamo fatto belle partite abbiamo attaccato in undici. Per Abraham vediamo l’allenamento e sentiamo le direttive dei professori che l’hanno seguito. Per noi è a posto, fa tutto quello che fanno gli altri giocatori, ma in infortuni così lunghi ci sono delle scadenze e vanno rispettate». 

La proprietà si è fatta sentire durante la sosta per parlare del futuro?

«Si sono fatti sentire, ne abbiamo parlato spesso, ma del futuro a breve termine e del campionato. Ho capito la domanda, ma la pausa è servita per far inquadrare al meglio in futuro più importante da qui a due mesi». 

Che Lazio si aspetta? La posizione di Anderson può influire sulle sue scelte?

«Non so se è sicuro che non giochi Zaccagni. Non possiamo fare ipotesi o speculazioni, non sappiamo se sta male davvero oppure no. Abbiamo davvero poco per fare ipotesi sulla Lazio, ci stiamo concentrando su noi stessi. Un allenatore che non ha iniziato da poco di allenare sta trasmettendo la sua filosofia ai giocatori. I calciatori messi in campo sono di tutto rispetto, noi stiamo preparando la partita in base alla strada che potrebbe prendere. Ma sono ipotesi. La mia formazione non dipende da loro. Sono tante cose che prepari in base alla formazione dell’avversario, però, non ci stravolgiamo. Non lo abbiamo mai fatto fino ad ora, magari può succedere in futuro se incontreremo calciatori unici». 

Che tipo di allenatore è Tudor?

«Siamo entrambi subentrati. Non abbiamo avuto tantissimo tempo per lavorare. Di allenamenti ne abbiamo fatti pochi, lui meno di me. Ho grande stima nei suoi confronti, è importante, ha la sua idea ben precisa. Fa parte di una figliata di allenatori che vede in Gasperini un suo capostipite. È un allenatore intelligente e sa che non con non con tutte le squadre puoi programmare un calcio come quello fatto a Verona, almeno nel breve. È una persona con la quale ho un buon rapporto». 

Con Sassuolo, Lecce, Frosinone, Torino primi tempi non buoni. La preoccupa?

«Ci sono più discorsi tattici da citare. All’inizio quando sono arrivato mi dicevate che nel secondo tempo calavamo e forse ci siamo concentrati su quello. So quali sono i problemi che abbiamo incontrato in determinate partite. Anche la mia analisi post Fiorentina forse lascia il tempo che trova, quando parlavo della sofferenza con la difesa a tre. Parliamo comunque della Serie A: vedendo la situazione da dove siamo partiti, non è facile passeggiare a Firenze, Lecce, questi campi qui, forse solo l'Inter può passeggiare. Forse lo fa l’Inter. Sai che ci sono gli avversari. È normale soffrire a Firenze, abbiamo visto quanta fatica ha fatto l’Atalanta l’altra sera a Firenze. Per avere un quadro più completo bisogna analizzare gli avversari. Il Lecce vi sembra una squadra piccola, ma l’hanno preparata bene, è difficile giocare, campo difficile, la corsa salvezza, il campo duro e il vento. Ci sono dei fattori che ti portano a soffrire, ma già nel secondo tempo siamo tornati ad essere un’altra squadra». 

Che approccio ha rispetto agli arbitri? Con la società ha parlato?

«Non ho una strategia, ma una gestione degli arbitri. Non posso allenarli e non posso pretendere la decisione giusta. Anche se ogni allenatore non vuole la decisione giusta, ma a suo favore. A Lecce abbiamo subito un danno, ci sono momenti in cui si può analizzare pubblicamente, altre volte non vuoi focalizzarti su di lui perché non vuoi che i giocatori si focalizzino su questo. Io penso di riuscire a fare un discorso sano e non mi faccio annebbiare da una decisione. Non protesto come fanno altri, cerco di farlo in base all’evidenza. E a volte non è reale. Avevamo ragione, con i tablet vedi tutto e ti senti libero di protestare. La società parla con me anche di questo, lo abbiamo fatto con Lina e Maurizio anche due giorni fa. Uno si mette di traverso se l’episodio di Lecce si ripete ogni settimana. Io penso che in Italia sia stato il secondo episodio con una decisione diversa, il primo era di Firenze. Sono preoccupata della direzione e del regolamento. A noi calciatori ed ex dovrebbero usarci come cavie per rendere il calcio più giocabile. Non c’è nessuno al mondo che sa riconoscere l’intensità di un contatto. Dovrebbero usarlo per rendere il regolamento più riconoscibile. La zona di grigio creano più polemiche. La frase che ho sentito: se fischia è rigore, se non fischia non lo è, una frase pericolosa».

I giocatori appena rientrati li gestirà o gli chiederà di stringere i denti?

«Non ho gestito particolarmente i calciatori fino ad oggi. Il mio occhio di riguardo è per giocatori che hanno avuto un infortunio lungo. Dybala ha giocato 90 e 110 minuti. La nostra gestione è prima della partita. Spinazzola uguale. Nelle prime fasi di queste riatletizzazioni cercheremo di non fargli fare lunghi minutaggi. Sono ragazzi grandi sopra i 30 anni, sanno riconoscere il loro corpo. Non dobbiamo incappare in nuovi infortuni e abbiamo fiducia nei calciatori che potrebbero giocare al posto loro».

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