Ciccone, giallo per caso: «Dovevo aiutare i miei capitani ma ho preso la maglia»

Giulio Ciccone in azione a fianco a Vincenzo Nibali
di Francesca Monzone
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Sabato 13 Luglio 2019, 10:30
Giulio Ciccone ancora non ci crede. Il ragazzo nato tra il mare e le montagne d’Abruzzo, ieri mattina, nella stanza che divide con Fabio Felline, con stupore guardava la maglia gialla, piegata sul suo letto. «È incredibile quello che è successo - ha spiegato il giovane di Chieti - ho iniziato a rendermi conto ieri in corsa di quello che avevo fatto, quando la gente mi applaudiva perché sono il simbolo di questa corsa. Anche quando guardo i social mi sorprendo per la vicinanza della gente». Ciccone al Tour era venuto per fare esperienza ed essere un sostegno per Richie Porte e Bauke Mollema, i due uomini di classifica della Trek-Segafredo, ma così non è stato. Il ventiquattrenne di Chieti sul primo arrivo in salita è stato straordinario, ha tagliato il traguardo al secondo posto e ha conquistato la maglia gialla che era di Alaphilippe, oltre alla bianca di miglior giovane. «Questo è il mio primo Tour. Dovevo essere un po’ come un jolly e adattarmi alle varie esigenze dei capitani. Invece ho conquistato la maglia gialla e ora anche in squadra le cose per me sono cambiate». Luca Guercilena, dirigente della Trek, ha comunicato il rinnovo di contratto per Ciccone, che in questa squadra potrà crescere e fare grandi cose. «Finito il Giro alcune squadre mi avevano contattato. Poi dopo il successo a La Planche des Belles Filles, ho parlato con i miei dirigenti e ho deciso di rimanere alla Trek. Per me è una grande opportunità».

I GRANDI GIRI
L’abruzzese nonostante i successi al Giro d’Italia, dove a Ponte di Legno aveva vinto una delle tappe più difficili e conquistato la maglia di miglior scalatore, è rimasto semplice nei sentimenti. «Ricordo l’emozione di entrare all’arena di Verona piena di gente. Avevo i brividi e ancora non riesco a raccontare quello che ho provato. Anche se sono arrivati i successi, mi considero un ragazzo semplice, che cerca la compagnia degli amici e capace di faticare per raggiungere un obiettivo». Ciccone alla corsa gialla è arrivato senza studiare troppo il percorso, mentre correva per raggiungere il traguardo a La Plance des Belle Filles, pensava solo alla vittoria di tappa e tutto il resto non esisteva. «Sono arrivato senza sapere nulla. Non volevo che qualcuno mi raccontasse le emozioni del Tour, volevo scoprire da solo il significato di essere alla corsa più importante del mondo. Mentre correvo giovedì, pensavo solo al successo di tappa e la maglia gialla non l’avevo presa in considerazione. Dall’ammiraglia mi dicevano che avevo un buon vantaggio, ma non capivo e continuavo a pedalare per arrivare primo al traguardo».

IL FUTURO
L’abruzzese ora che indossa la maglia di leader pensa a nuovi traguardi. «Ho buone doti di scalatore e l’ho dimostrato. Nella classifica della maglia a pois sono secondo e ora il mio obiettivo potrebbe essere quello di arrivare a Parigi con questa maglia. Non dimentico però il mio ruolo di supporto ai miei capitani, che sono tra i favoriti per la vittoria finale». Per questo giovane il sogno alla corsa gialla continuerà e già oggi dovrà lavorare per difendere la maglia che indossa. Non si pone limiti in questa Grande Boucle e ancora deve capire chi è e dove arriverà: «So di poter fare ancora di più ma non conosco i miei limiti e non so fin dove potrò arrivare, ma per certo so che voglio arrivare in alto».
 
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