Libano, incursioni e bombe. Hezbollah: «Siamo pronti». Inizia la battaglia intorno alla Blue line

Venerdì 13 Ottobre 2023, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 12:23

Il sospetto

E non è probabilmente un caso che proprio in Libano si sarebbero svolti alcuni incontri in vista dell’assalto di una settimana fa, a cui avrebbero partecipato oltre al capo delle Guardie della Rivoluzione - che ha preso il posto di Qasem Soleimani (ucciso nel 2020 in un’azione mirata organizzata degli Stati Uniti) - anche i leader delle due organizzazioni terroristiche palestinesi, Hamas e Jihad, oltre agli Hezbollah. Difficile immaginare che si trattasse di raduni conviviali, l’ultimo dei quali organizzato proprio nei giorni precedenti ai massacri nei kibbutz. E mentre la piazza libanese si mobilita a sostegno di Gaza, con manifestazioni in diversi quartieri della capitale, nella valle della Bekaa, e al sud verso Nabatye, Hezbollah mantiene coperte le proprie carte sulla possibile apertura di un nuovo fronte. Una scelta condizionata da diversi fattori, compresi quelli di politica interna essendo uno dei principali attori sulla scena di uno Stato diviso in 17 gruppi confessionali e sull’orlo della bancarotta economica. E Israele studia a distanza le mosse avversarie ribattendo con l’artiglieria e i droni ai colpi che arrivano al di là del confine mentre respinge le accuse di aver usato in Libano, come a Gaza, bombe al fosforo bianco lanciate da Human Right Watch.

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