Ha minacciato la cassiera del supermercato con un fucile da sub poi le ha lanciato contro uno zaino e, dopo aver intascato il bottino da 600 euro, è scappato via.
Una breve fuga per il rapinatore che i carabinieri hanno rintracciato in una manciata di ore chiudendo così il cerchio delle indagini: le manette sono scattate per un 30enne italiano senza fissa dimora e con precedenti per resistenza, rapina e aggressione. A tradirlo, sono stati gli abiti. Quando i militari lo hanno individuato, indossava infatti gli stessi indumenti della rapina. Contro di lui anche il riconoscimento dei testimoni. In un confronto all’americana, la cassiera lo ha indicato: «È stato lui, sono sicura». Così come hanno confermato gli altri testimoni, ta personale del supermercato e clienti. Fermato e arrestato, dovrà ora rispondere del reato di rapina.
IL COLPO
L’allarme in via San Martino della Battaglia, nel quartiere Castro Pretorio, era scattato la sera del 24 maggio.
Ma la svolta alle ricerche è arrivata dalle telecamere di video sorveglianza. Non solo quelle del locale, ma anche quelle dei negozi di zona. Gli investigatori hanno così ricostruito la mappa degli spostamenti del rapinatore attraverso i fotogrammi degli occhi elettronici. Hanno individuato il fuggiasco e immagine dopo immagine, hanno ricostruito e percorso a ritroso la via di fuga fino al nascondiglio.
Le ricerche si sono perciò concentrate nella zona tra Castro Pretorio e la stazione Termini, in particolare nei luoghi di aggregazione e ricovero di pregiudicati. I militari l’hanno così riconosciuto in poche ore, la mattina del 25 maggio a piazzale dei Cinquecento. Alla vista degli uomini in divisa, il rapinatore si è consegnato non opponendo alcuna resistenza.
L’ARMA
A tradire il rapinatore sono stati dunque gli abiti, gli stessi indossati il colpo, e il riconoscimento. Ma non solo: durante la perquisizione i carabinieri hanno trovato anche l’arma utilizzata per la rapina.
Dagli accertamenti dei carabinieri è risultata essere un’arma giocattolo fabbricata dallo stesso rapinatore. «Il fucile l’ho costruito io, da solo» ha ammesso confessando quindi la rapina messa a segno poche ore prima. Il 30enne è stato subito portato nel carcere di Regina Coeli. Il fermo dell’uomo è stato convalidato dal tribunale di Roma che ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere.