Premio Messaggero per i giovani. «Affermarsi come individui, senza egoismi»

Premio Messaggero per i giovani. «Affermarsi come individui, senza egoismi»
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Sabato 20 Febbraio 2021, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 07:47

Continua l’iniziativa letteraria dedicata alla memoria di Emanuele Morganti e Willy Monteiro Duarte. Dallo scorso 20 gennaio siamo entrati nella terza fase e le modalità per partecipare, riportate a fianco, e inviare i vostri componimenti, sono le consuete. Oggi pubblichiamo altri tre elaborati della terza fase arrivati in redazione.

Il testo dovrà essere inviato in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ilmessaggero.it. È necessario allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/concorso-letterario.
Gli elaborati dovranno essere inviati entro il giorno 20 del mese e la proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno ognuno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online del giornale. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.

Il senso della vita? Migliorarne altre

Gaia Striano, 15 anni

Penso che spesso perdiamo di vista ciò che è più importante per noi. Accade quando non fermiamo i pensieri e rimaniamo impigliati in quelli più difficili e contorti, finché non diventano così complicati che è impossibile non notarlo, allora ci risvegliamo, come quando un amico ci mette le mani sulle spalle per scuoterci: e poniamo di nuovo l’attenzione sulle cose importanti. 
Ma cos’è importante per me? Un po’ di tempo fa pensavo che fosse allontanare tutte le sensazioni che non sopportavo più. Sentirmi a disagio. Sentirmi troppo grande. Sentire di occupare troppo spazio. Allora mentre cercavo di assottigliarmi, di alleggerirmi, un altro peso gravava su di me sempre di più, e aveva preso lo spazio di tutti i sorrisi e le opportunità di essere felice. Però non ho mai smesso di riflettere su ciò che davvero era più importante. Tutta quella sofferenza, quella fatica, in realtà non era finalizzata a non sentire più quelle percezioni che ancora oggi mi creano problemi, ma a sentire ciò di cui avevo realmente bisogno: sentirmi abbastanza, sentirmi accettata, sentirmi amata. 
Sentirlo, non esserlo, perché di fatto sono sempre stata amata. E poi anche le piccole cose sono importanti: rimanere sveglia a pensare prima di addormentarmi, ascoltare la mia canzone preferita, o anche meglio, mia nonna che rivive il suo passato, un piccolo gesto, il segno di qualcuno che c’è. E soprattutto, avere un sogno, il sentore che arriverà qualcosa di bellissimo da costruire pezzo per pezzo. 
Non so ancora che lavoro voglio fare, mi piace scrivere, viaggiare, conoscere, ascoltare, aiutare.

Sicuramente cercherò di aiutare gli altri, forse non c’è senso più bello da dare alla vita che migliorarne altre. Potremmo andare in giro e chiedere “cos’è più importante per te?” Sì, potremmo far riportare l’attenzione sulle cose giuste, fare questo regalo. Mi sono sempre piaciute le domande dalle mille risposte, che un po’ ti fanno vedere tutto con chiarezza, un po’ ti lasciano con più domande di prima.

Non sottovalutiamo che scrivere è libertà

Alice Pittalis, 16 anni

Ho sentito per caso questa frase: “Tu ovviamente hai libertà di parola, ma anche tutti gli altri, quindi meglio che non li provochi!”. Significa che, avendo tutti libertà d’espressione, si dovrebbe temere ciò che potrebbe dire chi è in disaccordo? Si dovrebbe temere l’interlocutore perché potrebbe abusare della propria libertà d’espressione ledendo la dignità altrui? Si dovrebbe eludere la possibilità di esprimere il proprio parere, se non conforme all’etica comune, per evitare di subire umiliazioni? Insomma se così fosse non si tratterebbe più di libertà d’espressione! 
Talvolta invece accade, non solo in quest’ambito, anche nei diversi contesti che coinvolgono la libertà di esprimersi attraverso l’opinione politica, la religione, il modo di vestire, o altro. Percependo il disaccordo comune, manifestato danneggiando l’animo dell’individuo specifico, qualcuno preferirebbe non esporsi, che diventerebbe non esprimere sé stessi, non realizzarsi del tutto. È diritto di ognuno vivere avendo la libertà di esprimersi ed essere rispettato. A prescindere deve essere rispettata la persona, poi i suoi credo e opinioni. Rispettare non significa approvare, ed essere in disaccordo non comporta infierire sulla libertà degli altri, danneggiare la loro persona, il loro essere. Perciò affermare che tutti hanno libertà di espressione non deve diventare una giustificazione nei confronti di chi sta proclamando odio. 
Rispetto e libertà d’espressione, o meglio rispetto verso la libertà di espressione, sono i miei valori; non sapevo lo fossero finché non li ho scritti, e non mi ero nemmeno resa conto di quanto siano sottovalutati da noi tutti. Rispetto non è soltanto rispetto. Il rispetto ci aiuta a capire chi siamo, diventa la nostra possibilità di sentirci liberi, di amarci. Per questo motivo ho scelto di concludere con delle frasi di Blake Brockington: “Ricordo di aver trovato me stesso, ed essere riuscito finalmente ad amarlo. Ricordo di come ormai fosse troppo tardi”.

Impariamo a lottare per ciò in cui crediamo

Greta Congiu, 17 anni

L’essere umano da sempre ha vissuto con un unico scopo: sopravvivere. Nato con un’indole violenta, si è rapportato al mondo sviluppando quella che oggi definiamo “socialità”. La filosofia ha sostenuto da sempre che l’uomo fosse potenzialmente in grado di esistere utilizzando la ragione, costruendo ogni giorno la propria personalità attraverso il gruppo. Col tempo la società si è evoluta. L’uomo è maturato, ha iniziato a tessere relazioni, ad agire secondo principi e valori, a tutelarsi con le leggi. 
Ma ora, in un’epoca digitale e globalizzata, la situazione è rimasta tale? Esaminando individui di ogni età è possibile notare quanto i valori essenziali, quelli che hanno fissato i cardini della vita umana, si siano persi, lasciandoci attoniti e sconcertati al tempo stesso. Ognuno è spinto ad agire mosso dai propri interessi con assoluto egoismo, nel frenetico tentativo di affermarsi come individuo non attraverso la potenzialità ad esprimere se stessi, bensì dall’esercizio del possesso, in una continua ricerca dell’approvazione altrui, e che apparire è più importante dell’essere sostanza ed essenza.
La causa è da ricercare nell’evoluzione in peggio di una società che impone modelli e canoni cui è difficile sottrarsi, in uno spasmodico esercizio di paragone verso cui ci spinge il pensiero collettivo. I valori che contano, i piccoli precetti e insegnamenti che dovrebbero spingerci ad agire secondo giustizia, l’altruismo, l’amore e l’amicizia, il senso della famiglia, sono scomparsi. 
La scuola e le istituzioni vacillano. È necessario e urgente tornare ad essere veri esseri umani, maturare la consapevolezza di potenzialità e qualità, in una fierezza di sé che ci liberi da maschere e filtri, per poterci mostrare al mondo per come si è, con pregi e difetti. È giunto il momento di dire al mondo che nulla è scontato, che bisogna lottare per ciò in cui si crede, e rendere infine questo luogo un posto migliore poiché, come cita Marco Aurelio,“ognuno vale quanto le cose a cui dà importanza”.

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