Premio Messaggero per i giovani Il duo rapper Sierra: «Sfogarsi con la scrittura per ritrovare la bussola»

Premio Messaggero per i giovani Il duo rapper Sierra: «Sfogarsi con la scrittura per ritrovare la bussola»
di Mattia Marzi
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Venerdì 12 Febbraio 2021, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:45

«Questa iniziativa spinge i ragazzi ad esplorare il loro lato artistico e merita di essere supportata. A quell'età è facile essere arrabbiati e spaventati: l'adolescenza è un periodo della vita complesso e oscuro. Sfogarsi è necessario, ma bisogna farlo nel modo giusto»: anche i Sierra plaudono Che cosa è importante per me, il concorso letterario indetto dal Messaggero per i ragazzi del Lazio tra i 14 e i 19 anni e dedicato alla memoria di Willy Monteiro Duarte (il 21enne ucciso a Colleferro a settembre) e a Emanuele Morganti (che invece perse la vita nel 2017 ad Alatri, massacrato di botte, a soli 20 anni). «Questa generazione deve ritrovare la bussola: rischiamo di assistere a tantissimi altri episodi simili alla rissa dello scorso dicembre tra Piazza del Popolo e il Pincio», dicono i 26enni rapper di Monte Sacro Massimo Gaetano e Giacomo Ciavoni, lanciati da X Factor nel 2019.


La depressione post-Covid si fa sentire anche sui ragazzi? E la sfogano così?
«Sì. Chiudere le scuole per tutti questi mesi ha prodotto danni significativi. A casa, i ragazzini hanno sviluppato sentimenti negativi, condannati alla solitudine digitale. Una valvola di sfogo è necessaria. Ma è importante incanalare la frustrazione in qualcosa di positivo: la scrittura, la musica e l'arte più in generale possono essere d'aiuto».
Cosa invece non lo è?
«Certi contenuti che girano sui social: sono nocivi e dannosi. Il problema è che non ci sono filtri tra questi contenuti e i ragazzini che frequentano le piattaforme. Come fanno a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato? La morte di quella bambina a Palermo, che sarebbe avvenuta a causa di una sfida social (però per ora dalle indagini non sono emersi riscontri in tal senso, ndr), dovrebbe far riflettere».
Ha spinto il Garante per la Privacy a imporre a TikTok il blocco per gli utenti con meno di 13 anni.
«Giusto così. Ma il disagio che corre in rete colpisce anche ragazzini più grandi, complici certi modelli: impossibile distinguere i buoni e i cattivi».
A chi vi riferite?
«Basti pensare al caso del rapper 1727wrldstar (vero nome Algero Corretini, diventato un fenomeno sui social lo scorso anno per un video in cui si schiantava con la sua auto contro un muro, arrestato a fine gennaio con l'accusa di aver picchiato con un bastone di ferro la compagna, ndr). La periferia è piena di questi personaggi borderline: hanno vite tormentate, le raccontano sui social e poi vengono imitati».
Come si arriva alle risse?
«Lì giocano un ruolo anche i video dei trapper americani che istigano alla violenza per difendersi dai nemici: il genere si basa su questo tipo di dinamiche. Guardandoli, anche i ragazzini cominciano a comportarsi come loro, identificandosi in quei modelli: pubblicano messaggi sui social che poi vengono amplificati dalle condivisioni, dai mi piace', dalle reazioni. La vita virtuale diventa vita reale e basta una scintilla per scatenare un incendio. E c'entra un po' anche la politica».
Perché?
«Perché una rissa come quella di dicembre a Piazza del Popolo è un chiaro sintomo di quanto la politica sia molto poco legata ai ragazzi: c'è bisogno di iniziative che aiutino i giovani a ritrovare il senso dell'orientamento».
Al di là dello stile di vita dei trapper, i contenuti delle loro canzoni sono diseducativi?
«Lo diventano se non si riesce più a distinguere il confine tra la vita reale e ciò che invece viene raccontato in un testo».
Voi che adolescenti eravate?
«Ci sfogavamo con la musica o con le manifestazioni».
In periferia la depressione post-Covid si fa sentire di più?
«Sì. Anche perché Monte Sacro, negli ultimi anni, da quartiere marginale si era riscoperto quartiere di movida, tra locali e pub. Dalla vivacità si è passati di colpo al silenzio totale».
Lì avete girato anche il videoclip del vostro ultimo singolo, Mezze lune.
«Un omaggio alle nostre radici.

La canzone è una riflessione sui mesi difficili che abbiamo vissuto. L'avevamo presentata alle selezioni di Sanremo Giovani, ma siamo stati scartati. Peccato».

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