Premio Messaggero per i giovani, Cristina Chiperi: «Scrivere è un antidoto contro ogni violenza»

Premio Messaggero per i giovani, Cristina Chiperi: «Scrivere è un antidoto contro ogni violenza»
di Ilaria Ravarino
4 Minuti di Lettura
Lunedì 15 Febbraio 2021, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 00:50

A 21 anni ha pubblicato 9 romanzi e venduto 150.000 copie, dopo un esordio fulminante a 16 con la saga di “My Dilemma is You”: con 20 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma social per scrittori Wattpad, la padovana Cristina Chiperi è - come la collega Anne Todd, autrice di “After” - un fenomeno della letteratura per ragazzi. Protagonista della nuova docuserie di Rai Play “Youngstories”, 13 puntate prodotte da Stand by me, Chiperi è tra i 13 influencer scelti da Rai per il Sociale per «aprire un dialogo» con i ragazzi della generazione Z attraverso il racconto di una loro giornata tipo».

Perché gli adolescenti dovrebbero scrivere?
«Perché scrivere è un antidoto contro la violenza. Può servire a sfogarla, ma anche a elaborarla. Quando qualcuno non si comporta come dovrebbe, buttare giù i miei pensieri mi aiuta molto. Scrivo su un foglio, poi lo accartoccio e lo conservo. È come mettere da parte l’odio che mi è stato tirato addosso».

Non serve sfogarsi sui social?
«No. La carta e la penna sono oggetti fisici. L’esperienza è diversa. Premendo sul foglio l’inchiostro, fai uscire i pensieri all’esterno. Gli dai un corpo».

I suoi coetanei leggono?
«Leggono tanto, ma solo quello che trovano interessante. Leggono in rete dove trovano proposte diverse dai classici e si sentono liberi di scegliere. Sono suggestionati dalla grafica di una copertina, da un’anteprima, dall’incipit di un capitolo. Cercano racconti in cui immedesimarsi».

Un consiglio di lettura?
«Quando attraverso un momento difficile, torno a sfogliare i miei libri preferiti. Amo la letteratura inglese: Orgoglio e pregiudizio e Cime tempestose, storie d’amore che arrivano a maschi e femmine».

Che cosa le dicono i suoi lettori?
«Si rispecchiano nei miei personaggi e nelle storie, nel rapporto con la scuola, gli amici e i genitori. In tanti mi chiedono di trattare più approfonditamente due temi: l’identità di genere e il bullismo, che ho trattato indirettamente nei miei primi libri».

Quali sono i punti di forza della generazione zeta?
«I social media permettono non solo di comunicare i nostri pensieri, ma anche di prendere parte attivamente a discussioni su temi grandi, come la lotta per l’ambiente».

E le debolezze?
«La possibilità di nascondersi dietro l’anonimato e prendere di mira qualcuno istigando odio.

Nessuno è perfetto. Inondare di odio le bacheche dei social non aiuta nessuno a crescere».

Le è capitato?
«Sì. La prima volta che ho pubblicato un libro. In rete dicevano cose terribili. La più comune: “Con lei la letteratura è ufficialmente morta”. Si sono accaniti in modo pesante».

Come si è difesa?
«Ho chiuso tutti i social. Ho passato il tempo in famiglia e con le persone che mi vogliono bene davvero. Mi sono presa una pausa. Basta avere pazienza, e le voci dell’odio si silenziano da sole».

Cosa direbbe a chi viene preso di mira?
«Il consiglio è focalizzarsi sull’amore delle persone per cui siamo importanti. E magari scrivere su un quaderno tutto quello che ci passa per la testa».

Perché tanta violenza tra i ragazzi?
«Io credo che ci sia sempre stata, ma ora è più visibile, amplificata dai social. Il caso di Willy è semplicemente incommentabile. È un estremo, terribile e indicibile».

Cosa consiglierebbe a chi si cimenta con il nostro concorso?
«Spero che ci prendano gusto e non smettano di scrivere. Consiglio di provare a buttarsi su una piattaforma di scrittura, per ricevere pareri diversi da quelli dei genitori o degli amici. Le critiche positive, e l’allenamento alla scrittura, sono utili per migliorare e crescere. Oggi tante case editrici si stanno aprendo ai giovani: mai mollare, mai spegnere la scintilla».

Che mondo vogliono i ragazzi come lei?
«Un mondo di uguaglianza, in cui si possa esprimere liberamente la propria personalità. Un mondo che non faccia marcia indietro sui diritti acquisiti».
 

Ecco le regole per partecipare

 

Il testo dovrà essere inviato entro il 20 del mese in formato digitale (file Word o Pdf) all’indirizzo email concorso-letterario@ ilmessaggero.it. Allegare anche il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.ilmessaggero.it/concorso-letterario. La proclamazione dei tre vincitori (che riceveranno un tablet con l’edizione digitale del Messaggero) sarà comunicata sull’edizione cartacea e online. Anche i premi saranno inviati entro la fine di ogni mese. Gli elaborati saranno pubblicati in tutto o in parte sul giornale e sul sito.

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