Trasporti a Roma tra guasti, ritardi e chiusure: l'odissea di metro e bus. «La linea B è la peggiore»

I consumatori: "Il servizio è pessimo". La piaga di scale mobili e ascensori rotti

Trasporti a Roma tra guasti, ritardi e chiusure: l'odissea di metro e bus. «La linea B è la peggiore»
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 06:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 10:09

Stazione Lucio Sestio, metropolitana A. Il pendolare passa l'abbonamento al tornello che però non si apre. Così lo ripassa una seconda e una terza volta, ma niente da fare. Per il sistema digitale il pendolare è lì dentro a prendere la metro. Invece è fermo, al chiodo, davanti alle porticine automatiche che non si aprono. Cerca aiuto, ma alla stazione non c'è nessun addetto. Così è costretto a saltare il tornello, facendo come quelli che cercano di passare i varchi senza pagare. Questa storia è solo un esempio dei tanti disagi del trasporto pubblico della Capitale, oggi costretto a vivere tra manutenzioni mancate, corse a singhiozzo e scale mobili che non funzionano. Quando c'è carenza di personale (per turni che non si riescono a definire, per esempio), alcune stazioni non hanno più la squadra di funzionari Atac che la controlla. Così per un pendolare diventa tutto più difficile. Ciò accade soprattutto per quelle stazioni più distanti dal centro e che sono in cima alla lista di quelle che possono non essere presidiate prioritariamente (Lucio Sestio è tra queste).

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Secondo Codacons, che ha ripreso i numeri dell'Agenzia sulla qualità dei servizi pubblici di Roma oltre alle metropolitane (la B viene bocciata dal 51,5% degli utenti, la A "solo" dal 14%), è il servizio di superficie a fallire: non piace al 59,5% dei viaggiatori capitolini. «Abbiamo una percezione di una costante crescita in negativo di questi numeri: il boom dei turisti a Roma sta affollando i mezzi pubblici già ridotti all'osso. Il dato sulla metro A è in via di peggioramento anche a causa della sua chiusura anticipata alle 21», fanno sapere dall'associazione di consumatori.

Infatti, basta farsi un giro la sera tra le navette che sostituiscono i treni della linea A (il cui stop è causato dai lavori necessari di manutenzione, mai fatti e che ora si stanno realizzando per la sostituzione dei binari), per fotografare la denuncia del Codacons. Bisogna aver fortuna e trovare la navetta vuota per passare un po' di tempo seduti nel tragitto da Battistini ad Anagnina. Altrimenti il viaggio, tra le 21 e le 23.30, è nel mezzo del caos. Dopo il derby Lazio-Roma di domenica scorsa le vetture in centro erano piene, con passeggeri letteralmente schiacciati contro i vetri dei mezzi. E a Termini, dove sono in corso alcuni interventi di manutenzione delle scale mobili, è frequente vedere la calca: tantissime persone si affollano davanti agli impianti non funzionanti e sono costretti ad andare a piedi.

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IL TRAFFICO
Tra guasti, incidenti e suicidi in 80 giorni (dall'inizio del 2023, dunque), l'associazione dei consumatori conta otto interruzioni della metropolitana capitolina. Tra il traffico (che ormai è ritornato ai livelli pre-Covid) e i rallentamenti causati dalla minore frequenza di molti mezzi, il calvario dei lavoratori passa attraverso tanto tempo in più che viene buttato nel tragitto tra casa e ufficio. Infatti, il Codacons stima che mediamente un romano per raggiungere il posto di lavoro impiega ogni giorno 52 minuti. Un dato in peggioramento rispetto al 2020 (circa 5 minuti in più). «A Roma il traffico è aumentato a livelli impressionanti spiega il presidente di Codacons, Carlo Rienzi Nella capitale circolano ogni giorno tra le 600 mila e le 700 mila automobili. La capitale conta 923 veicoli ogni 1000 abitanti e l'auto rimane il mezzo privilegiato per gli spostamenti. Questo anche perché Roma dispone appena di 60 km di linea metropolitana, contro i 96 km di Milano, i 294 km di Madrid e gli oltre 400 km di Londra». Per Rienzi a Roma c'è «un servizio di trasporto pubblico critico non solo sul fronte della quantità, ma anche della qualità: metro che subiscono interruzioni continue, bus vecchi e lenti, stazioni obsolete allontanano i cittadini dai mezzi pubblici, spingendoli ad utilizzare le vetture private. Un cane che si morde la coda, perché più auto in circolazione equivalgono a maggior traffico, mezzi parcheggiati in doppia fila e divieto di sosta, bus più lenti e tempi di percorrenza più lunghi. Eppure basterebbe mettere i vigili urbani in strada a regolare la viabilità e sanzionare le auto in doppia fila per velocizzare di non poco il traffico cittadino e migliorare la puntualità di bus e tram, incentivando i cittadini ad utilizzare i mezzi pubblici».
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

 

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