Atac, proteste social per guasti, ritardi e chiusure della Metro: e l'account Twitter ufficiale blocca gli utenti

Diventano un caso le risposte scortesi o piccate a chi chiede conto dei disservizi. L’accusa di molti viaggiatori: l’account Twitter risponde soltanto ai profili di vip

Metro e bus Roma tra guasti, ritardi e chiusure: fioccano le proteste social, ma Atac sfida e banna gli utenti
di Fernando M. Magliaro
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 06:33

Utenti bloccati, annuncio di acquisizione dei post «per tutte le azioni del caso», toni che infastidiscono l’utenza già alle prese con i cronici disservizi di Atac. E, da ultimo, l’accusa più grave: se una segnalazione arriva da un account Twitter vip, allora la si controlla. Se viene da un normale utente, muore lì. Il rapporto fra i romani e Atac non è mai stato idilliaco. Se poi il carico lo mette sopra l’account Twitter nel rispondere agli utenti, la situazione non può che peggiorare.

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LA MICCIA
Il caso esplode dopo la segnalazione via Twitter dell’annuncio in metro «attenzione agli zingari» denunciato sul social il 10 marzo scorso da Francesca Mannocchi.

Immediata attivazione di Atac, identificato il colpevole, intervento del sindaco Gualtieri. E molti utenti, imbufaliti, che lanciano l’accusa: Atac risponde quando vuole. E, effettivamente, ogni giorno si contano davvero decine e decine di segnalazioni di utenti, ovviamente lamentele nella quasi totalità dei casi, totalmente prive di qualunque riscontro di risposta o di lettura da parte degli addetti al social dell’Azienda di via Prenestina.


LE LAMENTELE
Andando a volo d’angelo: 20 marzo «@infoatac che succede a San Giovanni? Non ci fanno entrare in metro»; 19 marzo, «@infoatac, notizie di quando o se riprende il 19 da e per piazza dei Gerani»; «monitor orari passaggio metro banchina Termini direzione Battistini ancora non funziona ormai da 3 giorni». Oppure il 17 marzo: «cortesemente potete indicare tempi di attesa ponte Mammolo direzione Laurentina».
E così via: andando all’indietro si contano decine di segnalazioni analoghe con foto di degrado nelle stazioni della sotterranea, di gente assiepata sulle banchine della metro con gli indicatori dei tempi d’attesa da treno accelerato, di disagi per scale mobili e ascensori fermi. Il tutto che, però, cade nel silenzio dell’azienda. «Sono due settimane che ho segnalato il tabellone rotto a Bologna direzione Rebibbia ma nemmeno avete risposto, @infoatac», scrive un passeggero il 20 marzo. Che ancora non dà cenni di aver visto. In compenso, risponde un altro utente prendendo spunto da una risposta Atac proprio per il caso “attenzione agli zingari”. «Noi non chiniamo il mento di fronte a nessuno. Le segnalazioni vengono trattate tutte allo stesso modo, indipendentemente dalla penna che le scrive», cinguettava Atac il 10 marzo.

 


I TONI
I toni però non si sono inaciditi solo negli ultimi giorni. Limitandosi solo agli ultimi mesi: «Ti invitiamo alla moderazione, non sono ammessi toni diffamatori» o «qui non sono ammessi toni insultanti e neanche diffamatori» o «oltre a non essere ammessi toni di insulto e discriminazione non è ammessa neanche la diffamazione». La colpa degli utenti? Aver criticato i toni su Twitter di Atac. E a chi aveva da ridire sull’uso della seconda persona singolare, il tu, Atac risponde: «Sui social, di solito, ci si dà del tu (mutuato dal mondo anglosassone). Sentiti libero di non seguirci o di non menzionarci se non ti piace il nostro tono di voce». Controreplica degli utenti: «Non siete i social manager di zia Concetta. Siate più istituzionali». Fino alla soluzione estrema: il blocco degli utenti.
 

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