Roma, la Traviata in scena accende Caracalla e le star applaudono

Parterre di personalità per l'opera di Giuseppe Verdi nell’acclamata regia di Lorenzo Mariani.

Roma, la Traviata in scena accende Caracalla e le star applaudono
di Lucilla Quaglia
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Sabato 22 Luglio 2023, 07:05

Un vento hollywoodiano spira su alcuni immortali spartiti. Violetta Valéry come Anita Ekberg, Laura Antonelli e Marilyn Monroe: torna in scena a Caracalla “La traviata” di Giuseppe Verdi nell’acclamata regia di Lorenzo Mariani. Nel ruolo di Violetta il soprano Francesca Dotto. Per il capolavoro di Verdi - che sul podio vede impegnato un direttore di grande esperienza come Paolo Arrivabeni - il regista si ispira agli anni de “La dolce vita di Fellini”, da una prospettiva però estranea al lusso: la storia di Violetta Valéry si intreccia con quella delle icone del cinema di un tempo, gettate nel vortice della società divoratrice dello star system.  Tra le gradinate posti prenotati per lo scrittore Gianrico Carofiglio, la conduttrice Serena Bortone e la regista Valentina Carrasco.

Attesi anche Paolo Cuccia, presidente della Gambero Rosso, il pittore Roberto Ferri con la bella moglie Simona, in lungo marrone con ciondolo importante. Ecco il principe di Cambogia Sisowath Ravivaddhana Monipong con il marchese Vincenzo Grisostomi Travaglini e Bethlehem Retta, nipote dell’ultimo imperatore d’Etiopia.

Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, saluta Stefano Rossi, direttore generale del Costanzi, Domenico Barbuto, direttore generale Agis e Mauro Masi con Ingrid Muccitelli e Michele Mirabella. Ci sono Simona Renata Baldassarre, assessore Cultura Regione Lazio, e Sabrina Alfonsi, assessore all’agricoltura e ambiente di Roma Capitale.

«Quando sono stato invitato a montare “La traviata” ho voluto partire dalle fonti - racconta Mariani - andando a rileggere il romanzo “La dame aux camélias” di Alexandre Dumas. E mi sono trovato davanti a una bomba di emozioni quasi insopportabili per la loro intensità. Sono davvero angosciose le sofferenze che deve patire la protagonista». Ed è stato proprio chiedendosi in che modo avrebbe potuto dipingere un mondo così privo di speranze che ha pensato a Fellini. Arriva il crespuscolo. Tempo di accendere le luci sul palco. Tempo di fascinazione. E fino a tardi le inconfondibili note verdiane riecheggiano tra le ciclopiche mura millenarie. Applausi. 

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