Vespa Orientalis nel pupazzo di neve al Luneur. L’esperto: «Un anno senza precedenti, picco tra settembre e metà ottobre»

Punta una ragazza, ecco cosa è successo

Il nido di vespa Orientalis nel pupazzo di neve all'interno del Luneur Park
di Alessia Perreca
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Martedì 22 Agosto 2023, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 14:01

Non solamente nei comignoli o nelle intercapedini delle abitazioni. Questa volta un nido di vespa Orientalis è stato trovato in un luogo atipico: all’interno della pancia del pupazzo di neve al Luneur Park, a Roma. Una ragazza è dovuta immediatamente ricorrere all’utilizzo di un cortisone per la puntura dell’insetto, ma le sue condizioni sono comunque buone. Intanto nella Capitale fioccano le segnalazioni: oltre 200 a settimana mentre tanti residenti si definiscono preoccupati e vittime di sciami, timorosi peraltro per eventuali attacchi. «È un anno senza precedenti. I casi sono tantissimi, ma il picco è previsto tra il mese di settembre e metà ottobre», annuncia a Il Messaggero l’esperto zoofilo Andrea Lunerti.

Vespa Orientalis al Luneur Park

È da sempre considerato uno dei luoghi più antichi d’Italia e della città di Roma: il Luneur Park ha accolto negli anni tantissimi visitatori - grandi e piccini - attratti dalle immense e arcaiche giostre - alcune dichiarate inagibili dal Comune di Roma - dove i sogni e desideri prendono forma e colore.

E proprio qui, tra percorsi avventura, spazi dedicati alle famiglie e attività di ristorazione è stato trovato un nido di Vespa Orientalis. I gestori del parco avevano iniziato a notare qualche imenottero all’inizio della stagione estiva, ma il numero è aumentato gradualmente con il trascorrere dei mesi e così hanno deciso di ricorrere ai ripari. La colonia aveva costruito la propria “casa” all’interno della pancia di un pupazzo di neve, ma si sospettano altri nidi in altrettante strutture limitrofe tra le quali la “Horror House”. Una ragazza è stata raggiunta da una puntura e l’utilizzo del cortisone per via orale ha fatto scongiurare il peggio. Nonostante il forte spavento le sue condizioni sono buone. «Queste strutture rappresentano un rifugio per gli insetti perché vanno a cercare le fessure e iniziano a costruire i nidi diventando un pericolo per le persone soprattutto nelle aree della ristorazione», spiega Andrea Lunerti. L’intera colonia è stata neutralizzata, ma «con il responsabile - aggiunge Lunerti - abbiamo deciso che sarà fatto un lavoro di bonifica in altre aree».

 

I CASI NELLA CAPITALE

L’emergenza Vespa Orientalis continua a tenere sotto scacco la Capitale e sono stati segnalati altri casi in diverse zone: dal quartiere Prati, Boccea, Aurelio, Gianicolense, Corviale, Portuense Eur e Casal Monastero. Sei gli interventi solamente nella giornata di ieri: al quarto piano di un’abitazione in via della Magliana un “gruppetto” di vespe aveva nidificato all’interno dello sportello del gas della cucina. Il proprietario fortunatamente non ha aperto altrimenti gli insetti lo avrebbero attaccato con conseguenze davvero gravi. Nel quartiere Monteverde, dove un anno fa venne rinvenuto il primo nido, gli insetti hanno iniziato la costruzione delle cellette pronte per ospitare le Regine che inizieranno a sfarfallare ai primi di ottobre. «Si stanno preparando le nuove generazioni. Più in fretta interveniamo e molte generazioni riusciremo a rimuovere». Vespe che si stanno diffondendo nella Capitale, soprattutto a causa delle temperature torride e attratte dai numerosi rifiuti sparsi lungo le strade. «Se non si prendono le dovute precauzioni la prossima stagione sarà davvero intensa. Il picco lo avremo tra il mese di settembre e metà ottobre (periodo che rappresenta l’apice del loro ciclo vitale e maggior consistenza dei nidi, ndr)  con centinaia di individui molto pericolosi, aggressivi e determinati nel proteggere la loro prole».

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Come si localizza un nido? «Si possono individuare in due modi: il primo, quando le vediamo sorvolare in modo ondulatorio: alla ricerca del cibo. Il secondo, quando volano con fare rettilineo: per trasportare il cibo e correre dirette verso il nido. Si tratta - spiega l’etologo Lunerti - di un’autostrada immaginaria ( nell’aria) percorsa dalle vespe in ambedue le direzioni. Una strada rinforzata dai feromoni trasmessi al resto della colonia per segnalare la presenza di risorse alimentari. Con queste modalità le seguo nell’aria e come accade anche per le formiche riesco a trovare il loro nido».

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