Luneur, torna la ruota nel parco delle famiglie a Roma: «Così lo rilanceremo»

I dati del Luneur sono in crescita: nel 2022 +30 per cento di visitatori rispetto al periodo pre-Covid. Un investimento di 30 milioni di euro ha permesso la valorizzazione dello storico parco della città

Luneur, torna la ruota nel parco delle famiglie a Roma: «Così lo rilanceremo»
di Giampiero Valenza
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Sabato 20 Agosto 2022, 23:53 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 19:29

Per riportarlo in vita è stato necessario un investimento di 30 milioni di euro. Oggi il Luneur, il luna park di Roma, è vivo ed è il parco delle famiglie della Capitale. Dal 2008 c’è una Spa che gestisce l’area dei 68.000 metri quadrati contraddistinti da uno dei simboli della città moderna: la sua ruota panoramica alta 33 metri. 

I DATI

Dal 2016 (anno della ripresa delle attività del Luneur Park) fino al 2018 l’incremento del numero dei visitatori è stato del 10%. Nel 2019, dunque prima della pandemia, si sono contati circa 300.000 visitatori, con picchi di tremila nei giorni di festa. Nel 2021, solo dal 17 giugno al 30 settembre, si sono contati 120.000 ingressi. E la tendenza del 2022 è di un +30% di accessi rispetto al 2019. 
Negli ultimi anni, per rafforzare la propria posizione nel mondo del divertimento capitolino, ha scelto di inaugurare la Splash Zone, un’area acquatica di oltre 2500 metri quadrati con 6 acquascivoli.

Ombrelloni e sdraio fanno da sfondo ai momenti di relax di tutta la famiglia. E in questa strategia rientra anche l’inserimento di una nuova attrazione, il Grande Frisbee, avvenuta subito dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria. «Quest’anno sta andando meglio del 2019, l’ultimo al netto delle interferenze della pandemia: stiamo consolidando quello che è il risultato di cinque anni di gestione che ci hanno insegnato molto», commenta Antonio Abete, presidente e amministratore delegato di Luneur Park.

LA STORIA

Quella del Luneur è una storia che si intreccia con il boom economico che ebbe Roma negli anni Cinquanta. Nel 1953 venne fondato da giostrai e circensi, tra cui i genitori dell’attrice Virginia Raffaele. E lei stessa, in uno spettacolo teatrale, Samusà, racconta di quando, da piccola, passava intere giornate tra il banco dei pesci rossi e lo stand del Tiro al Cinzano. 

Il primo nucleo del Luna park dell’Eur venne realizzato dall’Ente autonomo esposizione universale di Roma per la Fiera internazionale dell’Agricoltura del 1953. Ebbe una grande crescita tra gli anni Ottanta e Novanta e non c’è ora adulto a Roma, bimbo in quegli anni, che non si ricordi di una domenica passata lì. Poi, però, inizia il suo declino. Nel 2007, Eur Spa, che ha la proprietà dei suoli, ha deciso di mettere a bando la ristrutturazione e Cinecittà Entertainment, attraverso una sua nuova azienda, la Luneur Park, ne ha preso le redini. La ristrutturazione fa riaprire i battenti alla struttura nel 2016. «Non è un parco solo per i bambini fino a 10 anni ma è dedicato anche alle loro famiglie - spiega Abete - Negli ultimi tre anni nonostante la difficile situazione, abbiamo continuato ad investire tra l’inserimento di nuove attrazioni, la predisposizione di un protocollo di sicurezza Covid e, quest’anno, la realizzazione di un palinsesto estivo che sta permettendo alle famiglie romane e ai turisti presenti in città di considerare il nostro Parco un vero e proprio punto di riferimento per vivere momenti di grande divertimento nella massima sicurezza. Vogliamo vendere emozioni positive ai visitatori». 

«Oggi è sempre più evidente la voglia crescente di riappropriarsi di tempo e divertimento - aggiunge il presidente di Luneur Park - ed è in questo ambito che noi vogliamo offrire sempre qualcosa in più per diventare veri protagonisti della rinascita. Nel nostro piccolo lo facciamo senza modifiche ai prezzi dei biglietti rispetto agli anni precedenti». Il concetto del Luneur Park, agli occhi di un turista, è quello della “complementarietà” rispetto alle attrazioni culturali del centro storico. «È nella città, dunque è facilmente accessibile e permette a chi viene in visita di regalare anche ai propri figli un ricordo importante vissuto a Roma», conclude Abete.

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